La
radio accesa, la colazione ancora ad occhi chiusi e poi i vestiti infilati
meccanicamente, non senza essere certa di avere abbinato il maglione tecnico al
giusto paio di pantaloni da corsa.
L’orologio
gps fuori dalla finestra a prendere il segnale mentre infila le scarpe. Le
allaccia con cura, so che pensa al suo piede maledetto che ogni tanto le dà
qualche problema.
Esce
che è buio e lo sarà ancora per un po’. Speriamo che si sia portata il telefono
dietro.
Dice
che prepara una maratona. L’ho già vista in quelle fatiche senza capirne il
motivo. Ma quando taglia il traguardo piange con la gioia negli occhi.
Spazzo
la strada in via Roma è mattino. Mi saluta a voce alta tutti i giorni. Lo so
perché grida il suo “Ciao” e il mio nome. Ha la musica alta nelle orecchie,
proprio come me!
Pippo
fa i suoi bisogni prima delle sette. Un po’ mi scoccia portarlo fuori ora che è
inverno e c’è buio. Però gli voglio bene. Lo porto a fare il suo giretto sempre
uguale, sempre tutti i giorni. E’ un cane giovane, vuole giocare, quando passa
lei di corsa la vorrebbe inseguire. Lei ne ha paura, chissà perché, è così
bravo … lo tengo stretto, poi si sfogherà con il primo gatto che vede.
Sto
arrivando a casa. Parto anche io all’alba a fare i miei km, ma in bicicletta.
Il dottore dice che mi fanno bene, per quel problema che ho avuto. Durante il
giorno c’è da fare, meglio approfittarne al mattino presto. Ho messo la giacca
fosforescente come lei. Ci si saluta, col sorriso migliore. Quello che viene
dallo sport, che sa di fatica, di libertà.
Il
pulmino non passa o è già passato e sono in ritardo … Eccolo, arriva, e dietro
c’è la donna che corre. Come al solito. Ora l’autista le farà i fari.
Ecco
l’infermiera che corre … guarda sempre oltre il cancello, alzo il braccio e ci
salutiamo. Sono immerso nella mia nuvola di fumo, la prima sigaretta della
giornata, quella che mi godo di più. Anche lei correndo deve provare qualcosa
di simile. Quando lavora qui e vede qualcuno che come lei fa running su questa
strada la vedo alzare gli occhi e stare zitta. Ma so che cosa pensa …
E’
di sicuro già di ritorno tutta sudata … chissà come ha lasciato casa, e dove
sarà poi mai stata … magari non era sola! Non come noi che andiamo alla prima Messa
tutte le mattine!
A
me dà un po’ fastidio aprire la porta dell’ascensore e trovarmela già lì, con
quell’aria felicemente stanca. Mi piace dormire, la sveglia è sempre troppo
presto al mattino per andare a lavorare e lei chissà quanti km ha già corso …
non le piacerà stare a letto, tutto qua. E dire che a parlarle sembra quasi
normale …
Elisabetta Iurilli
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