Oggi si chiude la prima parte della rubrica - Gli allenatori rispondono -, seguirà qualcosa di diverso nel mese di gennaio, sto studiando un'altra formula. All'appello manca Beatrice Brossa, ma mi spiace insistere ed è già stata disponibile in altre occasioni. Si chiude con Riccardo Negro, allenatore pluridecennale che attualmente segue i giovani dell'Atletica Mezzaluna e un gruppo di astigiani in forza al Cus Torino e qui la novità 2015.
Da 3 anni e spiccioli segue anche Edmil Albertone che quest'anno lascia, sportivamente, la Liguria per tornare in Piemonte e proprio con i colori del Cus Torino. In bocca al lupo a Edmil per la sua nuova avventura e a entrambi per il loro futuro podistico:
Da 3 anni e spiccioli segue anche Edmil Albertone che quest'anno lascia, sportivamente, la Liguria per tornare in Piemonte e proprio con i colori del Cus Torino. In bocca al lupo a Edmil per la sua nuova avventura e a entrambi per il loro futuro podistico:
Partiamo dal tuo passato sportivo. Da dove
arrivi? Quale trascorso hai nell’Atletica come atleta?
Il mio passato sportivo
è di livello molto modesto ed è comunque sempre stato un momento di relax
mentre facevo l’allenatore.
Ho iniziato con il
podismo su strada non più giovanissimo, nel 1974 a 24 anni, per presto
appassionarmi alle gare di mezzofondo prolungato su pista, dove comunque i
risultati erano mala pena di medio livello provinciale (34’20” sui 10000m e
16’35”sui 5000m ).
Solo a 48 anni ho
provato a cimentarmi anche sulla maratona correndo a Reggio Emilia in 2h51’20”
con 3 allenamenti settimanali.
Da quanti anni alleni? E come è scattata
l’idea di mettersi in gioco come allenatore?
Ho iniziato praticamente
ad allenare già nel 1974, quindi 40 anni fa.
Già dall’inizio della
mia attività ho voluto documentarmi e fare i primi corsi da Tecnico Fidal
cosicchè mi sono trovato “costretto” a seguire l’allenamento dei miei compagni
di corsa in quei tempi pioneristici
Qual è il tuo target (giovani-master) di atleti?
Chi stai seguendo attualmente?
Sin dall’inizio ho
dedicato la mia attenzione ai ragazzi delle scuole medie, grande serbatoio di
potenziali atleti.
Nel tempo ho, perciò, potuto avvicinare all’Atletica
centinaia di ragazzi/e, pur sapendo che una minima percentuale avrà modo e
voglia di continuare con impegno e ottenere risultati di rilievo.
Ma, al di fuori dei
risultati agonistici, ritengo che fare Atletica sia una meravigliosa
esperienza ed un’ottima scuola di vita.
Attualmente seguo il
settore giovanile della Mezzaluna di Villanova d’Asti in collaborazione con
alcuni colleghi e un gruppo di atleti tutti provenienti dalla Mezzaluna, che
gareggiano con i colori del CUS TORINO.
Fra loro Marco Lano,
mezzofondista veloce del 1996, cat Juniores, che vanta 1.50.71 sugli 800m e una
presenza in azzurro ai Campionati Mondiali Allievi nel 2013.
Altro mezzofondista
veloce è Eugenio Staccione del 1997, vincitore quest’anno nei CDS sempre sulla
distanza degli 800m sia della fase Regionale di Torino che di quella Nazionale
di Imperia.
Nei 400m attualmente
l’atleta più promettente è Simone Lizzi, anche lui del 1997 che ha chiuso la
stagione al 4° posto nazionale con un buon 49.51
Unica eccezione in
questo gruppo di giovanissimi atleti è l’amico Edmil Albertone, mezzofondista
poliedrico, non più di primo pelo, che seguo con simpatia da circa 3 anni e che
, dopo una pausa di riflessione, sta ricominciando a scrivere il suo nome in
alcune competizioni regionali.
Nella stesura di un ciclo di allenamenti segui
delle linee guida/principi ben delineati o vengono modellati a seconda del
periodo e dell’atleta?
E’ chiaro che ci sono
linee guida generali, basate su vaste e documentate esperienze e studi, ma ogni
atleta è a se stante, sia fisicamente, specialmente nell’età della crescita,
sia caratterialmente.
Il mio approccio è
fissare gli obiettivi a lungo, medio e breve termine per ognuno, poi lavorare
in modo molto personalizzato per cercare di raggiungerli, tenendo conto di
tutti i fattori, fisici, mentali, ambientali e cucendo l’allenamento addosso
all’atleta.
L’approccio psicologico è oggi sempre più
considerato, quale importanza riponi sulle capacità mentali dei tuoi atleti? Li
alleni anche sotto quel profilo?
L’aspetto psicologico è
molto importante ed è necessario allenarlo continuamente per poter affrontare
al meglio tutte le situazioni.
Nella
tua esperienza è più determinante un atleta talentuoso o uno determinato con
meno qualità e quale importanza dai al
risultato ottenuto?
E’indubbio
che per raggiungere risultati d’eccellenza è necessario avere talento e
allenarlo con grande determinazione. Il solo talento, senza lavoro, dopo una
certa età non serve assolutamente, mentre l’impegno e la determinazione possono
dare grandi soddisfazioni. Poi è chiaro che ognuno di noi ha i propri limiti,
che a priori non conosciamo. Sta a noi decidere se vogliamo andarli a cercare o
no.
Ogni
risultato è importante valutandolo nel contesto in cui è stato ottenuto. Può
essere un indicatore che si sta lavorando bene o può essere il raggiungimento
di uno degli obiettivi prefissati. E’ comunque sempre da considerare come un
nuovo punto di partenza.
Qual è la tua impostazione nell’allenare un
giovane rispetto ad un master? Quali differenze di stimoli devono
necessariamente esserci?
Allenare un giovane vuol
dire avere la massima attenzione alla sua crescita biologica, sia fisica che
mentale e farlo “allenare” in modo equilibrato, seguendo i suoi mutamenti
continui senza mai fare forzature per ottenere risultati precoci ,ma
finalizzando tutto alla sua maturazione.
Allenare un master è
relativamente più semplice, ammesso che non sia ossessionato dai risultati da
ottenere a ogni costo.
Penso che un master
debba innanzitutto volersi divertire, come d’altra parte anche un giovane,
senza nulla togliere alla legittima voglia di provare a migliorare le proprie
prestazioni agonistiche, nel confronto specialmente con se stessi.
Se per un master è normale allenarsi in
solitudine, quali sono i vantaggi di un allenamento collettivo e come viene
organizzato in un gruppo eterogeneo di atleti?
Un allenamento
collettivo di un gruppo eterogeneo di atleti permette sicuramente di
alleggerire la fatica mentale degli atleti stessi. Per organizzarlo è
necessario conoscere bene i vari componenti e poi usare tanta fantasia, nel
rispetto di ognuno di loro.
E’ comunque fattibile e molto divertente e interessante.
C’è un consiglio che ti sentiresti di dare a chi
quotidianamente calza le scarpe per allenarsi?
Parti sempre con la
voglia e la consapevolezza di faticare divertendoti
Una delle domande ricorrenti che mi sono
arrivate è sulla richiesta economica. Qual è il costo per farsi seguire te?
Non
lo faccio per denaro, seguo solo chi voglio
Grazie per la disponibilità e se volessi
indicarci dove i lettori di Bio Correndo ti possono trovare sarebbe di grande
utilità!
Se vuoi puoi dare la mia
e-mail “riccnegr@alice.it”, ma rispondo solo se trovo
l’argomento
Interessante.
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