sabato 15 novembre 2014

Emotrasfusione. Doping di stato? di Sandro Donati

Inizia oggi un ciclo di stralci del libro "oscurato" del Prof. Sandro Donati dal titolo Campioni senza Valore, con tanti personaggi conosciuti, alcuni ancora oggi ai vertici degli organismi che gestiscono lo sport a livello nazionale e internazionale. Da brividi le affermazioni degli anni '80 di Franco Carraro. Ecco la prima pubblicazione:

.....Dal punto di vista del medagliere e dei piazzamenti per la squadra italiana di atletica fu un' Olimpiade (Los Angeles 1984) trionfale. Favoriti anche dal boicottaggio decretato dai paesi dell'Est, gli  azzurri conquistarono tre medaglie d'oro con Alberto Cova sui 10000 metri, Gabriella Dorio sui 1500 e Alessandro Andrei nel lancio del peso. Sara Simeoni fu argento nell'alto, Giovanni Evangelisti bronzo nel lungo, Maurizio Damilano bronzo nei 20 chilometri di marcia. 
Meno trionfale, ma anzi per tanti versi inquietante, fu il dopo Los Angeles. Vennero alla luce uno dopo l'altro i retroscena della vasta campagna di trasfusione sanguigna che aveva interessato uomini e donne nel mezzofondo, nel fondo e nella maratona, ma che aveva coinvolto anche molte altre discipline sportive. Proprio le applicazioni di emodopping elargite a piene mani, come se si fosse trattato di una grandiosa svendita di fine stagione, avevano messo in luce l'empirismo e l'aleatorietà di una procedura di cui si era sbandierata l'affidabilità e la scientificità. Intorno all'emotrasfuzione erano fiorite negli anni precedenti le dotte dissertazioni di Conconi. Il biochimico ferrarese era stato salutato da buona parte della stampa specializzata come lo scienziato dello sport in grado, ogni volta, di analizzare le potenzialità di "un candidato alla vittoria" e di stabilire, sulla base di precisi parametri oggettivi, l'insieme degli interventi idonei a favorire la migliore resa agonistica......

Cinque mesi dopo, nel corso di una trasmissione televisiva, il giornalista Enrico Maida fece la seguente domanda al Presidente del CONI Franco Carraro :
"Vorrei conoscere il parere del CONI sull'emotrasfusione, che viene svolta in semiclandestinità, se può essere accettata sul piano etico, se vi è anche una solo possibilità che questa pratica possa rivelarsi nociva". Carraro rispose che "una cosa è clandestinità, un'altra riservatezza. Nessun atleta parla volentieri dei suoi programmi di preparazione. Noi al CONI  siamo contrari a tutto quello che cercando di potenziare l'atleta, porti rischi di nocumento all'atleta stesso. Se invece vi sono pratiche che potenziano il rendimento senza portare nocumento all'integrità fisica dell'atleta, noi siamo favorevoli. Pertanto la risposta è generica, a me risulta che le cure fatte agli atleti italiani siano perfettamente lecite, nel senso che non intaccano la salute fisica nè la salute psichica." "Compresa l'emotrasfusione", commentò il conduttore Levi....

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