L'umanità non ha colore

Le 2 del pomeriggio, di un giorno lavorativo anonimo, tranquillo, di quelli che fanno presagire una giornata placida ed invece. Invece all'improvviso la mia serenità viene messa a soqquadro da una persona, sicuramente poco equilibrata, che mi insulta, mi ingiuria come uomo e come poliziotto, mi minaccia, urla, insinua e scaglia le sue invettive, sempre in quel pomeriggio anonimo, verso di me, il mio scudo non è così solido, ma non reagisco.
Mi accusa di una nefandezza umana in particolare, così reputo l'essere apostrofato come razzista, ma resisto, non reagisco, anzi vorrei snocciolare un paio di adagi che sento miei." Mi creda siamo tutti a sud di qualcuno e il colore della mia pelle è forse diverso da un africano, da un latino americano, da un cinese, perfino da un norvegese, ma l'umanità non ha colore, mi creda"! Lo penso, ma non lo dico, chi ho davanti non mi ascolta, anzi non mi vede nemmeno, è accecata dall'ira verso forse l'istituzione che rappresento. 30-40' di trattative per riconciliarsi, anzi per tamponare una situazione surreale, dove la mia integrità e la mia deontologia sono state messe a dura prova, ma leitmotiv, ho resistito e non ho reagito, ma quanto mi è costato, rimanere fermo, immobile nella mia professionalità senza essere prevaricato e persistere nell'uso di un tono pacato e conciliante? Tanto, è innaturale sospendere il proprio io e l'ho pagato nel resto della giornata; avrei avuto bisogno di un 3000 mt a rotta di collo, per scaricare la tensione accumulata, ma non ce n'era il tempo, anzi, chiuso l'episodio se n'è aperto un altro, ma questa è un'altra storia, questo è il mio mestiere!

Le coincidenze non esistono e così il giorno seguente ecco cosa mi capita di leggere:

-Un giorno un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:

"Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate?"...

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