22 gennaio. Nuoro

Babbo, voglio un mondo magico. Leonardo

E' il 21 gennaio, è inverno anche a Ghilarza in Sardegna . La cena è consumata, sana come al solito, un bicchiere di vino per me. Non per Ari. Siamo entrambi assopiti sul divano, quello costruito qualche mese prima da Renzo, mio suocero. La stufa emana il suo dolce calore che concilia il sonno. Sono le 10, le 22, uno sguardo complice e decidiamo di andare a dormire, inutile la scomodità del divano e la fatica di seguire il programma serale alla tv. Ari non si sente bene, forse non ha digerito. Forse. Abluzioni, pigiama, pezzo di legno nella stufa perchè rimanga il tepore nella notte; gli occhi si chiudono e la mente dorme. Stanca. A mezzanotte vengo svegliato di soprassalto.

Che succede? Devo andare a lavorare? Ho dimenticato una luce accesa? Un rumore sospetto? Arianna dice che forse è ora. Forse. Lei prende la sua borsa, io la mia e andiamo. A Ottana*, all'ennesima buca, mi dice, alla prossima succede qui. Oh no! Penso. Proprio a Ottana no! La chimica come segno distintivo no! Piano piano arriviamo a Nuoro, al San Francesco. Siamo solo noi. Arianna si sistema, anzi la sistemano, anch'io mi sistemo. Libro, quaderno per gli appunti, acqua e qualche scorta alimentare. Non si sa mai. Non faccio in tempo ad organizzarmi che mi chiamano:"Vieni"! Dove? E le attese infinite? Il tempo dilatato in uno spazio tempo mistico? La spasmodica gestualità dell'osservare l'orologio appeso ad un muro bianco? Niente di tutto questo, è ora. E' proprio l'ora della magia quella delle 2:37 del 22 gennaio 2008, quando l' "intruso" prende forma, non ancora quelle umane dei bambini, ma quelle primordiali dei neonati. Eccolo: Leonardo! In onore del genio e come buon auspicio per un interesse famelico alle cose della vita.

Buon compleanno giovanotto, oggi è il tuo giorno, ogni giorno è tuo.

All'arrivo a casa con le sue ancelle:

Dopo qualche mese finalmente umano!

 *Ottana è un paese del nuorese vissuto per molti anni di pastorizia, purtroppo l'avvento, negli anni 60-70 , dell'industria ha stravolto l'economia locale e forse anche l'equilibrio ambientale. Un polo chimico nel centro della Sardegna, dove prima pascolavano greggi di pecore, ora svettano due ciminiere imponenti e un complesso chimico industriale. Esperimento imprenditoriale per altro naufragato con le conseguenze solite a discapito dei lavoratori, dei sardi.

Non me ne vogliano gli ottanesi per l'accezione negativa, resta comunque il fascino del suo Carnevale, delle sue maschere ancestrali: Boes e Merdules, a ricordarci chi siamo e chi eravamo, nella continua lotta tra istinto e ragione!