C’erano una
volta e ci sono tutt’ora uomini e donne che, vestiti con colori più o meno
sgargianti, decidono di sfidare il Monte Sant’Antonio di Macomer in una
manifestazione di corsa lunga 20 e più chilometri il cui obiettivo sarebbe quello
di arrivare prima di tutti; nella realtà ognuno ha la sua meta da agguantare: far
visita agli Amici, godersi la natura, sfidare se stessi e perché no cercare di
primeggiare. Oggi si racconta la storia di Fausto di Bio Correndo, avventuriero
del Guilcer, prestato al Monferrato o viceversa, non si sa, in cerca di fortuna
sui sentieri e sulle strade del Monte Sant’Antonio, per un’insolita prova visto
che ci si cimenterà di sabato mattina, inusuale come giorno e orario per il
periodo. Sveglia alle 6:30 per una colazione regale nel silenzio della grande
casa che ospita il monferrino-sardo e la sua famiglia nella rada di Nur
(Norbello). L’agitazione si fa sentire, diversamente dalle ultime spedizioni,
sarà che si sente di giocare in casa e l’adagio “Nessuno è profeta in patria”
riecheggia nelle sue orecchie. L’attrezzatura del mestiere è pronta dalla sera
prima. Il Monte e le sue genti non attendono. Nelle fasi che precedono il via è
disorientato, più per il calore delle persone che lo salutano con tanto affetto
che per quel che sarà da lì a breve. Via si parte, il gran Cerimoniere è
inflessibile: alle 10:00 in punto si aprono le danze. 2 giri di saliscendi senza
soluzione di continuità. Il primo vede 4 uomini al comando dopo poche battute.
Re Giorgio (Calcaterra), il Principe dei deserti e delle ultra Antonio
(Salaris), l’agguerrito giovane guerriero di Verona Marco (Pajusco) e il nostro
arrembante avventuriero dal nome improbo: Fausto di Bio Correndo.
Un giro di
studio, i 4 si annusano, ogni tanto qualche cambio di ritmo, ma al momento solo
scaramucce; infatti tale e indubbia è la superiorità di Re Giorgio che è
inutile stuzzicarlo. Chiacchierano del luogo, ammirando le qualità del percorso
e rimanendo affascinati dalla bellezza dei boschi incantati di lecci e castagni che si
attraversano, incontrano cavalli “randagi” e un gregge di pecore, ma ecco che
avviene la prima magia. Superato un piccolo dosso appare una discesa al termine
della quale si scorge un nutrito numero di persone in attesa del loro
passaggio. Come ad un ordine silenzioso, ma perentorio i 4 tacciono e aumentano
d’improvviso i giri delle gambe, solo un bip bip incomprensibile esce dalla
voce di Fausto di Bio Correndo all’indirizzo di un bambino assiepato lungo il
percorso. Chissà. Sarà un segnale dell’apertura delle ostilità!
Re Giorgio
scappa, nessuno può resistergli, il Principe Antonio ci prova, il giovane
Guerriero e l’avventuriero al momento stanno sulle loro, anzi no, anche il
veronese dopo un tentennamento iniziale si lancia all’inseguimento. Fausto di
Bio Correndo pensa. Pensa che ha attraversato il mare per provarci, per essere
nei tre di questa competizione, che è preparato al punto giusto per dire la
propria a dispetto della caratura degli altri tre contendenti e allora basta
parole, solo il pensiero di mettercela tutta. Salita e discesa nel bosco, uno
dei 4 rallenta, il Principe Antonio ha qualche problema, Re Giorgio invece ormai
è lontano, prima dell’erta durissima alla chiesa di Sant’Antonio il nostro
monferrino-sardo si convince di riacciuffare Marco il guerriero per poi tentare
il tutto per tutto in discesa. E’ convinto e ci prova, ma questo non ne vuol
sentire di mollare, anzi cambia ritmo e addirittura in discesa se ne va, ma il
nostro non molla, pronto ad approfittare di qualsiasi cedimento; è comunque
terzo!
Ecco il dosso quello del primo giro, un brivido percorre la sua schiena
e le sue braccia, non è un infarto è l’Emozione che si concretizza, 200 mt in
cui il pensiero va a tutti gli Amici ritrovati e a quelli che per motivi
diversi non sono potuti essere presenti, ad Arianna e Leo, Norma&Paolo,
alla sua Sardegna così distante e così vicina. Un “5” e un abbraccio
liberatorio chiudono quella che è stata la Favola di Fausto di Bio Correndo.
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