PRIMA - IL MOMENTO DEI SOGNI
Alcune considerazioni prima di entrare nel merito della partecipazione alla Tre Rifugi del 26 luglio 2025
1. Intanto complimenti per avere scelto di essere parte attiva della più bella Marcia Alpina, alias Corsa in Montagna, alias Trail esistente al mondo se non altro per avere dato vita, nel 1972, a questo strano modo di faticare inutilmente che oggi vede così tanti appassionati.
2. Una importante distinzione deve essere fatta tra il concetto di corsa e quello di allenamento; mentre la corsa può essere fine a sé stessa e priva di obiettivo prioritariamente agonistico l’allenamento presuppone un obiettivo da raggiungere, di norma, in una gara. In questo caso la Tre Rifugi Val Pellice del 26 luglio.
3. A questo punto della stagione la fase più importante della preparazione dovrebbe essere alle spalle: costruzione del fondo e potenziamento dovrebbero essere stati fatti nei mesi tra dicembre e aprile. Adesso è il momento dell’adattamento alla specialità ed al mantenimento di quanto costruito non trascurando che, pur correndo in montagna, la velocità rimane una dote importante da mantenere.
· A coloro che hanno fatto il “lavoro” di preparazione si può suggerire di osservare una cadenza settimanale di allenamento che preveda almeno tre step: una seduta di defaticamento, una di adattamento alla specialità (dislivello crescente) e una di mantenimento della velocità di base. L’eventuale partecipazione ad una gara, in questo periodo, deve essere vissuta come test e non come fine.
· Per coloro che non hanno impostato una “tabella di allenamento” il suggerimento è di non cercare di recuperare il non fatto: ciò determinerebbe solo un inutile e dannoso appesantimento fisico. Meglio proseguire adottando lo stesso schema del paragrafo precedente.
4. Il programma è utile a conseguire il miglior risultato possibile in relazione, anche e soprattutto, alle caratteristiche fisiche individuali che, ahimè, non sono uguali per tutti.
5. Se non si è professionisti (lo faccio per vivere) occorre tenere conto che la decisione di intraprendere questa strada deriva dal volere conseguire una soddisfazione personale in un contesto nel quale la componente “divertimento” compensi la componente “fatica”. Se è solo fatica non ne vale la pena!
DURANTE – IL MOMENTO DEL “CHI ME LO FATTO FARE”
Dopo la ricerca della giusta compagnia in gara (la gara è a coppie), le infinite discussioni sull’accesso alla Conca del Pra, la verifica giornaliera delle condizioni meteo previste, la tensione legata all’ordine di partenza a cronometro con conseguenti “piani di battaglia” e la notte insonne che precede l’evento è giunta l’ora. Alcuni consigli sulla gestione della gara
1. Pur essendoci gare in calendario dalle caratteristiche tecniche molto più accentuate la Tre Rifugi presenta un tracciato “sorprendentemente” impegnativo e, a differenza di altre, necessita di essere “gestita” con saggezza perché a coppie.
2. Come avviene in maratona si corre rispettando i propri limiti determinati dall’allenamento senza emulare il passo di altre coppie più veloce o più lento che sia.
3. A fare l’andatura, a seconda del terreno (salita, discesa tecnica, corribile o pianura dell’ultimo tratto) dovrà sempre essere il / la componente la coppia meno forte sullo specifico terreno.
4. L’avvio è molto veloce in relazione ai primi 500 metri in leggera discesa: a meno che non si punti al record o al ritiro precoce, partenza prudente in relazione alle proprie possibilità. Dopo la fase di avvio si presenta il primo “imbuto” dovuto all’ ingresso in uno stretto sentiero: se c’è coda è consigliabile proseguire sulla pista forestale per un tornante corribile: allungherete di circa 150 metri ma eviterete di rimanere, anche se per breve tempo, imbottigliati
5. La prima salita, il Colle Barant, è piuttosto agevole ma insidiosa, va affrontata con il buon senso di chi sa che l’arrivo è al traguardo. Nella prima parte la ricca bassa vegetazione nasconde parzialmente i compagni di avventura; nella seconda parte, più aperta, potrete avere una prima valutazione sulla evoluzione della vostra gara. Essendo a cronometro vi attarderete in complicati calcoli in relazione alle altre coppie. L’ultimo tratto è caratterizzato da un lungo diagonale “corribile”: non abbiate paura di marciarne dei tratti invece di forzare troppo la gamba! I crampi vi attendono, più avanti. Non fatevi trovare!!! possono compromettere tutto il lavoro fatto.
6. Al Colle Barant (o Baracun) vi attende il primo punto di ristoro liquido. Saranno trascorsi da 32 a 70 minuti in relazione al vostro passo ed al cancello di 2 ore e 15 previsto al rifugio Barbara. Di lì si apre la vista sulla Valle dei Carbonieri presidiata in media Valle dal Rifugio Barbara Lowrie, vostro prossimo obiettivo.
7. Ancorché esista una comoda pista forestale, un tempo strada militare ed in seguito strada provinciale, vi sarà indicato di scendere per un ripido ed insidioso sentiero fino a raggiungere il “Pian delle Marmotte”: circa 15 minuti di discesa tecnica che presenta i maggiori pericoli per cadute ed infortuni. Prudenza: non è lì che si fa la gara!
Dal Pian delle Marmotte vi immetterete sulla pista forestale che si presta a tenere un buon passo di corsa però… l’approccio deve essere graduale. Un ultimo tratto di circa un chilometro vi condurrà al Rifugio Barbara e vi farà riprendere confidenza con i sentieri.
8. Al Rifugio Barbara vi attende un copioso ristoro liquido e solido e il cancello orario di 2 ore e 15 minuti dalla partenza dell’ultima coppia. Troverete anche Daniele Catalin a sovraintendere i servizi di metà gara: un saluto è doveroso!
9. Dal Barbara riprende la salita: siate eretici e non ascoltate troppo le gambe che si sono abituate bene in discesa e vorrebbero ripartire in salita con ritmo allegro. Riprendete gradualmente il passo di salita. State per affrontare la prima delle due salite più impegnative della gara che proverà a respingervi verso il sottostante Rifugio Barbara!
10. Questa parte sarà, in caso di bel tempo, molto esposta al sole: bere il giusto e… se avete un cappellino, bagnarlo nei torrenti e rinfrescare la testa può avere una sua validità. P.S.: attenzione a non eccedere con integratori vari specie se non li avete mai provati prima. Gli alberi iniziano ad essere rari ed in caso di necessità…
Un lungo traverso successivo metterà a frutto il vostro lavoro di adattamento alla corsa fatto in preparazione: un passo regolare di corsa non forzata, alternata a tratti di non umiliante marcia vi condurrà alle pendici del controllo dell’Arbance.
11. Attenzione al bivio per il Lago Arbance e Colle Manzol: sarà molto segnalato ma… tenete la destra per evitare di trovarvi, specie in caso di nebbia, al Colle Armoine, magnifica località ma che non centra nulla con la Tre Rifugi.
12. Il canalino del Manzol incute timore. Se alzate lo sguardo sulla parte dove la pendenza si fa ribaltante potrete vedere i tifosi saliti fin lassù per godere della vostra sofferenza ma anche darvi la misura di quanta fatica occorre ancora fare. Potreste anche cogliere qualche immagine della Madonna, negli anfratti dei contrafforti del Manzol: nulla di mistico in tutto questo, solo visioni oniriche dettate dalla fatica. Ricordatevi che siete in terra eretica avversa a Santi e Madonne! L’alternativa (consigliata) consiste nel guardare le vostre scarpe e scambiare con loro qualche considerazione sui destini del mondo. Negli occhi del socio /socia o delle coppie avverse potete trovare il conforto del “male comune, mezzo gaudio” e anche questo aiuta in termini di umana solidarietà.
Ognuno deve trovare il proprio passo: anche lento, e lo sarà sicuramente, ma continuo sarà produttivo e questo vi condurrà fino a fare conoscenza con la Storia della Marcia Alpina.
13. Sul Colle una scarpetta fissata nella roccia vi ricorderà la passione per le “Inutili Fatiche” di Claudio Manfredi, l’atleta che avete omaggiato in avvio stagione partecipando al Trail del Manfre. Il panorama è splendido incorniciando la Meidassa, il Colle Luisas, il Granero ed il Manzol ma non vedrete nulla di tutto questo! Sarete impegnati ad aspettare o raggiungere il socio con atteggiamento conflittuale o di sostegno: su quel Colle, in occasione della Tre Rifugi, si sono costruite nuove amicizie ma anche distrutte relazioni famigliari; in un caso fu anche teatro di promesse (o minacce) matrimoniali! Guarderete il cronometro e penserete (sbagliando) che è fatta, chiederete ogni genere di conforto al soccorso alpino con lo sguardo rivolto al primo tratto impervio di discesa che vi attende. Ci sarà tempo in un futuro prossimo, e passato il mal di gambe, per tornare a fare visita al Golgota sentendo ancora il profumo della vostra fatica (inutile).
Nessun ristoro, lassù. Per questo dovrete raggiungere l’oramai vicino Rifugio Granero.
14. Il primo tratto di discesa dal Manzol è piuttosto infido. Un tempo si correva sulla neve fino al sentiero per il Granero. Oggi in quella zona c’è poca neve e molte rocce. Il presunto vantaggio del taglio potrebbe rivelarsi effimero se non traumatico. Anche in questo tratto non si vince la gara. Esiste un comodo sentiero dove potete sviluppare il vostro passo in sicurezza. Il Jervis vi attende… interi!
In caso di nebbia attenzione ad approcciare il giusto percorso per arrivare al Rifugio Granero! Di norma è ben segnalato ma la nebbia fa brutti scherzi.
15. Dal Granero si scende a Partia d’Amunt su due tratti di discesa tecnica: la Schina d’Asu è la più perfida: anche lì esiste un bel sentiero ripulito ed attrezzato uso Mountain Bike. Tutto dipende dalle vostre doti di funamboli. Dopo Pian Sineive c’è un secondo tratto tecnico ma molto più agevole che vi conduce a fare conoscenza con Partia d’Amunt
16. A Partia d’Amunt troverete un omaccione dai bianchi capelli disponibile a darvi, richiesti o no, buoni consigli per la parte finale.
State per affrontare la parte più impegnativa della Tre Rifugi. Se avete gestito bene le vostre forze non avrete problemi a percorrere con passo baldanzoso circa 2, 5 km di pista pianeggiante. In alternativa occorrerà spendere qualche passo di camminata sperando che gli amici che sono saliti ad applaudirvi non siano proprio in quei tratti…
17. La salita dei (ex) Crin ‘d Puluciu: posto a circa 100 metri dall’apoteosi finale rappresenta la terza salita, ahi voi, sottovalutata della Tre Rifugi. Causa peste suina la magione è occupata stabilmente da tale Fiume, cane pastore di razza ignota dal colore nero che vi chiederà: “chi ve lo ha fatto fare!” ma il filosofico quesito sarà silenziato dagli applausi delle folle festanti nel vedervi giungere al traguardo dopo questa “Inutile fatica”: amici vari, mogli, mariti, figli, figlie, finanche nipoti e non mancheranno amanti vari saliti in incognito ad applaudirvi. Faticherete a vederli! una lacrima di commozione oscurerà gli occhi e la tracimazione delle emozioni vi condurrà ad abbracciare il / la vostro / a compagno /a di avventura.
DOPO LA GARA – IL MOMENTO DEL MAI PIU’
1. Più ancora del ristoro finale sarete impegnati nell’abbraccio con chi vi ha accompagnato in questa avventura. Baci e abbracci da famigliari ed amici saranno il primo premio che vi sarà assegnato. Anche eventuali conflitti insorti in corso d’opera troveranno comprensione e pace. Il cronometro avrà la sua parte nel mettere in evidenza la vostra performance ma, soprattutto, il distacco (forse) inflitto alle coppie di amici avversarie di giornata. I primi 10 minuti saranno presidiati da seri intendimenti di “mai più” seguiti, appena tornerete in voi, dalla ricerca del volantino per la prossima “Inutile Fatica”.
2. Il sonno, alla sera, sarà contrastato dal ripercorrere in “slow motion” l’avventura: passo dopo passo con serie (ma illusorie e fantasiose) riflessioni su dove si sarebbero potuti recuperare x minuti… Comunque sia andata sarà stato un successo! Intanto domani è domenica anche se le gambe vi ricorderanno che ieri siete stati protagonisti della più storica e affascinante occasione per “Faticare Inutilmente”. Tre Rifugi Val Pellice: Università dello Sport, Facoltà di Marcia Alpina!
26/07/2025, 47^ Tre Rifugi Val Pellice, km 20,9, Bobbio Pellice (TO) sito web

Nessun commento:
Posta un commento