mercoledì 30 novembre 2022

Le memorie podistiche di Stellio Sciutto e la sua personalissima classifica

Le memorie podistiche di Stenlio Sciutto e la sua personalissima classifica
Stellio Sciutto, organizzatore e coordinatore del movimento Acquese- Ovadese per la UISP negli anni dal 2003 al 2015 ci chiede uno spazio che gli concediamo volentieri. 

Un momento di ricordo, con un po' di rammarico per quello che si è perso e per le diverse persone, gli amici runner,  che in questi anni ci hanno lasciato. Stellio ricorda le gare nei tanti paesini, spesso accompagnate dal pasta-party finale, io sono sempre stato un fautore dello sport come mezzo per scoprire un territorio e anche se non sono stato io a dire la frase riportata "Se non avessi corso qui, in questo paese quasi certamente nella mia vita non avrei mai messo piede”, sicuramente l'ho pensato. 

Buona lettura.


In conseguenza alle gare annullate nel comprensorio Acquese/Ovadese, il programma del 9° Premio Fedeltà Alto Monferrato IMPERO SPORT è stato annullato, rimanendo di fatto senza poter stilare una classifica finale ove ricavare vincitori e piazzati. Questa la decisione della Direzione che gestisce il concorso che premia i fedelissimi, un vero peccato perché è un po' la dimostrazione che chi ha gestito il calendario gare, per diversi motivi non è stato in grado nello specifico di farlo funzionare. La direzione stessa del premio IMPERO SPORT comunque mi ha incaricato di stilare una mia personale classifica con 5 uomini e 3 donne con premi però tutti a pari merito. Però, se Fausto me lo concede, prima di elencare questa mia “personalissima” graduatoria, “tornerò sui miei passi”, cioè quel periodo iniziato nel 2003 e concluso nel 2015, quando fui parte organica quale organizzatore/coordinatore del movimento podistico dell'Acquese, dell'Ovadese e poi anche a livello provinciale per la UISP. Infatti tutto partì nel 2003 quando da una chiacchierata con il presidente della Comunità Montana “Suol d'Aleramo”, Giampiero Nani, convenimmo che quell'Ente poteva utilizzare anche il podismo per fare conoscere i luoghi ricompresi nel proprio territorio. E così fu. Infatti con Sergio Zendale, e quasi subito si unì anche Pier Marco Gallo con anche qualche “dritta” di Paolo Zucca, ci buttammo nel mettere insieme un po' di gare in quei comuni che davano la loro disponibilità nel realizzarle. Il nostro intento trovò un crescente entusiasmo, tanto da allargare poi il proprio ambito di azione anche nell'Ovadese, due territori con similitudini geomorfologiche e guarda caso, entrambi facenti parte dell'Alto Monferrato. Ricordo anche che in qualche modo riuscimmo a convincere le varie Pro Loco del posto, che sarebbe stata cosa graditissima agli atleti l'offerta di un pasta-party a fine gara, un aspetto che avrebbe fatto “socializzare” il luogo ed i podisti ancora meglio. E proprio tra questi ultimi, senza però volere fare nomi, ricordo che in separate occasioni qualcuno di loro ebbe a dirmi: “Se non avessi corso qui, in questo paese quasi certamente nella mia vita non avrei mai messo piede”. Questo era proprio lo spirito organizzativo, portare gente a conoscere i posti: con Nani avevamo visto giusto! Infatti il movimento organizzativo crebbe notevolmente, e anche se per problemi di famiglia più avanti Zendale pian piano cessò la propria collaborazione, Gallo e la moglie Grazia aumentarono parecchio il loro coinvolgimento, coadiuvati dai coniugi Morino, Dino e Piera, raccogliendo poi per la verità anche un aiuto, per quanto possibile, di Giancarlo Orsi. E poi come non ricordare con piacere le chiacchierate pre-gara con Ilaria Bergaglio, il colonnello Marcello Bergamini, Claudio Vassallo, tanto per fare qualche nome, e magari quelle “lunghe” a fine serata con Beppe Tardito, prontissimo a “fare le pulci” alla gara in questione, fino a che non spegnevano la luce per farci andare a casa. Mi vengono in mente poi alcuni personaggi che erano in grado con naturalezza di fare “teatrino”: impareggiabili Claudio Zerboni e Gianfranco Montelli nello sfottersi! Ma anche Luciano Malfettani che da ultimo faceva i sui sprint solitari ai -50 metri dal traguardo, Damiano Guida e gli scomparsi Beppe De Lucia e Maurizio Mondavio, ottimi interpreti di scenette molto gustose! Oppure, Antonio Gioffrè per le volte che capitava qui da noi...ma questa ve la racconto. C'era la gara a Cremolino, e per un disguido tra le parti, un locale delle scuole elementari che avrebbe supportato la manifestazione non ci venne fornito, così come l'illuminazione elettrica, tanto da creare non pochi problemi di logistica. A fine gara, dopo il ristoro, alcuni di noi tra cui io stesso, andò al bar a bere una birra, e lì vi trovai il sindaco che si sedette con me ad un tavolino. Arrivò Gioffrè e fece uguale, cominciando poi ad inveire, con parole pepate a gradazione crescente, senza sapere di averlo vicino, contro il sindaco che non aveva permesso di creare migliori condizioni per le operazioni di svolgimento della gara. Lo lasciai fare, così anche il sindaco, fino a che non dissi al buon Antonio chi era seduto lì con noi. Gioffrè, un po' alla Fantozzi, ma soprattutto come si dice, con una gran “faccia di tolla”, cambiò radicalmente impostazione, arrampicandosi su non so quali specchi insaponati! Poi però mi sembra giusto, e di De Lucia e Mondavio ho già detto, ricordare alcune figure che nel seguito degli anni sono venuti a mancare: Angelo Seriolo, per me un signore, Fulvio Mannori, per me “Pollicino”, Enrico Carminati, l'interfaccia puntuale (così come lo sono stati negli anni anche Davide Pedrini e Fabrizio Reale) quando si dovevano stilare i calendari podistici per l'anno venturo e Dino Morino, Secondo come vero nome ma primo in quanto a disponibilità umana e questo solo per citarne qualcuno che ci ha prematuramente lasciato. Tra le altre cose che capitarono nel mio periodo di organicità al podismo ci fu anche la “guerriglia” (concedetemelo anche se di questi cattivi tempi) che la FIDAL Piemonte fece soprattutto alla UISP, e qui voglio ringraziare l'allora responsabile regionale della UISP, Emiliano Nasini per il caloroso supporto datomi in quei frangenti poco edificanti. Sì perché da noi la FIDAL ci attaccava, mentre a due passi, in Liguria, imperavano le “non competitive” cariche di premi in relazione alle classifiche! Tanto che un giorno, abbastanza scocciato dalle e-mail che mi arrivavano da Torino, telefonai al presidente FIDAL ligure di allora esprimendogli il mio disappunto per il diverso agire dei federali regionali, sia quello piemontese contro l'UISP, che quello ligure, carico di ignavia e proprio l'esatto contrario del predicato FIDAL. Ma Dante nel suo scritto, nella parte infernale non diceva ”Ahi Genovesi, uomini diversi....”? Genovesi, non ve ne abbiate a male, anch'io di nascita, e solo quella, sono ligure. Meno male che da qualche anno Tommaso Bisio con la UISP in Liguria ha portato un po' di ordine...ed in Piemonte la FIDAL è da un po' di anni che ha capito che l'obiettivo comune è di portare la gente a correre! Ma vado per le lunghe, me ne rendo conto, ed allora l'ultimo ricordo è per quando nel corso del 2015 decisi di eclissarmi totalmente (parzialmente non è nel mio carattere) dal mondo podistico per dedicarmi con maggiore intensità alla bicicletta che rispetto alla corsa mi creava meno problemi ai delicati polpacci, ai tendini d'Achille usurati ed alla malandata schiena. Ricordo però con riconoscenza, la determinazione con cui Gianfranco Calcagno di Casaleggio Boiro nei due anni seguenti cercò di avermi presente alla sua manifestazione, senza però riuscire a farmi rientrare nel mondo podistico. Ho finito la “rievocazione”, anche se potrei fare altri nomi impegnandomi nel ricordare meglio, ma ho la certezza che più ne facessi, e “più” ne dimenticherei involontariamente, e non sarebbe giusto.

Arrivo alla mia personale classifica di non facile stesura partendo dalla maschile.

Al primo posto certamente Pier Marco Gallo, che quando ero ancora in organico magari trovava anche il tempo di cantare, ma che poi ha portato solo la croce. Una persona di grande aiuto che ha saputo valorizzare quello che si era seminato nel tempo. Speriamo che per il 2023 (code della pandemia permettendo) sappia mettere insieme un calendario gare, qualunque sia la sigla che ne denoti l'egida, che faccia riemergere, perché è quello che si meritano, i luoghi dell'Alto Monferrato. 
Al secondo l'ovadese Giorgio Belloni, oramai al suo mezzo secolo di gare podistiche, un vero diesel della corsa. Giorgio ai suoi tempi migliori, era capace di correre al mattino, pomeriggio e sera, e per farlo devi avere un grande motore se, come mi pare, ha superato le 3000 gare in carriera! 
Al terzo Claudio Vassallo, che io considero l'icona del podismo genovese, e forse ligure in toto, grandissimo animatore del suo gruppo sportivo, ma anche molto attento al podismo degli altri. Di Claudio ricordo con piacere i festeggiamenti al Mombarone di Acqui Terme in occasione della sua gara n° 1000. Ora l'usura lo ha messo agonisticamente un po' all'angolo, ma la sua figura c'è sempre. 
Al quarto Fausto Testa, che arrivava con il suo camper e la sua amatissima mamma. Fausto, docente universitario, ogni anno durante il periodo di fine stesura dei calendari podistici me ne chiedeva un'anteprima per poi fissare le date per le sessioni estive di esame dei suoi studenti: se questa non è fedeltà al territorio... 
Il quinto posto non lo posso negare al “nonno” del podismo del Genovesato e dell'Alto Monferrato, Claudio Zerboni, un sorriso pronto al momento giusto e qualche prano-consiglio per affrontare il dolore, oltre ai duelli verbali ed in gara con Montelli.

Per le donne invece stilare la classifica mi è risultato un po' più facile.

Al di là di ogni ragionevole dubbio, al primo posto Ilaria Bergaglio, da quel di Rovereto di Gavi Ligure, famoso per i suoi vigneti, ed i suoi infatti producono il rinomato vino da bacca bianca. Di Ilaria mi piace ricordare quando al Borgo di Ovada in un evento conviviale festeggiammo le sue vittorie e l'imminente trasferimento del colonnello Bergamini da Alessandria al Comando Regionale dell'Arma dei Carabinieri di Torino. Ma anche qualche tempo fa, quando invitai Ilaria a disputare una 100km, perché secondo me ce l'aveva nelle gambe con un buon tempo. Poi, dopo avervi davvero preso parte mi disse: “Non te lo avevo anticipato per scaramanzia”. Brava Ilaria, continua così che l'azzurro ti sta bene addosso!
Al secondo Susanna Scaramucci, classe 1957 (si può dire?) ma eterna ragazzina, sia come spirito che tono agonistico. Susanna dovrebbe essere presa a modello dalle atlete molto più giovani di lei, che magari ottengono sì dei buoni risultati, ma poi si fermano: il bello è esserci sempre! 
Al terzo gradino la disponibilità nel fare in persona, ovvero Giovanna Moi, una che va in gara con lo spirito giusto e che come accennavo prima, è sempre pronta, se del caso, ad aiutare gli organizzatori nelle incombenze del pre-gara, ma anche dopo. Grazie Giovanna, te ne sono ancora grato adesso.

Infine, un grazie enorme a Fausto per avermi dato questa opportunità di “riavvolgere il nastro”, con un invito per lui a resistere, ed a voi tutti che avete avuto la pazienza di scorrere tutte queste righe, che lo confesso, ho scritto con un pochino di magone. Un grande abbraccio a tutti coloro che ho avuto modo di conoscere e non alle gare di quegli anni, ed anche a chi si è avvicinato al podismo nel periodo a seguire.



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