giovedì 30 giugno 2022

Il podismo alessandrino piange la scomparsa di Dino Gandin.

Il podismo alessandrino piange la scomparsa di Dino Gandin.
Agg.to. Il Rosario si terrà domenica 3 luglio alle ore 21.00 presso la Chiesa di San Michele. Il funerale alle 16.00 di lunedì 4 luglio.La notizia è arrivata sul finire del pomeriggio, proprio quando i podisti si apprestano ad allenarsi approfittando della tregua del caldo. Dino Gandin è morto.
La parola è ruvida, stridente, ma è l'unica che rappresenta in concreto il fine vita. Il senso dell'assenza per chi resta, l'ineludibile pensiero di tristezza in chi l'ha anche solo incontrato in allenamento.

Tanti di coloro che stanno leggendo, non lo sanno, ma hanno incontro Dino una marea di volte senza sapere chi fosse e magari hanno azionato centinaia se non migliaia di volte il cronometro per allenarsi proprio all'altezza di casa sua.

Chi era? Era un ferroviere, ma soprattutto era un podista di quelli che tra gli anni 80 e 90 animavano le podistiche locali come tutti noi, era nato il 30 novembre 1950 e almeno in un periodo della sua vita ha vestito i colori dell'Atletica Alessandria. In una classifica scovata sul web lo troviamo in azione nella mezza di Novi Ligure con una chiusura sotto l'ora e 18'. Niente male!


Ma soprattutto era quel signore che in bici girava sul percorso che nel passato ho definito la pista dei podisti alessandrini, la San Michele, Quargnento, Giardinetto, San Michele. Un tracciato pianeggiante e segnato a terra di 500 mt in 500 mt dove potersi testare in vista di qualche mezza e maratona, strade percorse anche da Valeria Straneo in vista degli obiettivi internazionali. Dino abitava proprio all'altezza del segnale di "via" di San Michele a due passi dal ponte. Se non l'avete visto dal cortile osservare i podisti l'avrete certamente visto in azione con la sua bici osservarvi e salutarvi perchè era uno di noi e al caso era capace anche di "battezzare" il vostro ritmo.

Condivido il racconto di Paolo Zanchi sentito qualche volta e che risento sempre con piacere di quando gli si avvicinò e gli disse il passo al km centrandolo perfettamente e non con quella misura a occhiometro, ma di chi era abituato a "sentire" il ritmo e non a vederlo scritto su un orologio tecnologico. Podismo d'altri tempi.

Ogni volta che sento o ricordo questo aneddoto non posso non pensare ad un'immagine iconica quella di Marco Pantani che il 13 ottobre 1996, mentre è in allenamento, si trova sul percorso della Maratona di Carpi e incontra il 1° che si stava involando verso la vittoria, Fabian Roncero Dominguez. Vedendolo gli disse "Ehi, stai andando a venti chilometri l'ora...".


Le associazioni sono imprevedibile e a volte non sono pienamente attinenti, ma per me Dino era questo. Uno sportivo fra gli sportivi che sapeva riconoscere il valore del runner che incontrava con uno sguardo, ma anche con una certa sensibilità. Il 28 agosto dello scorso anno, quando in un incidente stradale perse la vita il giudice Enrico Carminati, mi inviò una foto in cui erano in corsa insieme, testimoniandomi il dispiacere per la morte di Enrico.

Dino con il pettorale n. 5, il più alto al centro con i baffi e canotta.


Il senno di poi è una bestia grama, perchè proprio con quello, ora dico che mi sarebbe piaciuto suonare il campanello di casa, proprio lì dove ogni tanto lo  e dirgli. "Ciao Dino, sono Fausto, facciamo due chiacchiere sulla tua passione per la corsa"? 
Ora lo immagino in qualche sala d'attesa che scruta i nuovi compagni di viaggio, anzi che li osserva a partire dalle scarpe per trovare un runner come lui e raccontarsi le avventure sportive di una vita.

Il ricordo commovente di Angelo Cambareri: "Ho perso un amico. Dino era per me un maestro. Ho corso 30 anni con lui e gli sono grato per i suoi grandi insegnamenti. Era uno uomo di grande umiltà e umanità, negli anni 90 andavano tutti da lui per farsi dare dei consigli sulla corsa. Lui era meticoloso al limite del professionismo come metodo ed anche un metronomo ed una grande maratoneta. Aveva un personale di 2h32'! Era anche un atleta a tutto tondo e nasceva come pugile. Dovevi vedere che manone che aveva e come saltava la corsa. Impressionante. Sono distrutto, ho perso un amico e non me ne capacito". 

In questa foto il meglio degli anni 90, tra gli altri, Cavallo, Labate, Cuccuru, Raccosta, Padula, Serrao, Cambareri e Dino ovviamente.




A proposito del giro che partiva proprio da casa sua Angelo ricorda:" Valeria Straneo si è allenata con Dino e con me nella sua prima maratona quando corse a Piacenza".

Ciao Dino. La "pista podistica" non sarà più la stessa senza di te.

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