domenica 22 maggio 2022

Chiuso (quasi) per dovere morale e senso civico. Bio Correndo a Palermo per il 23 maggio, ricorrenza della strage di Capaci

Chiuso (quasi) per dovere morale e senso civico. Bio Correndo a Palermo per il 23 maggio, ricorrenza della strage di Capaci
(ATTENZIONE. Sui social, per ora, ci trovate QUI su FB e QUI su IG)

Il titolo è già esplicativo. Per 3 giorni Bio Correndo sarà a ritmo ridotto soprattutto per la home page, mentre resteranno invariati gli aggiornamenti delle classifiche, nelle due sezioni dedicate. Qualche aggiornamento verrà proposto sui socialnetwork Bio Correndo che come scritto nell'incipit saranno con il nuovo profilo FB, in attesa (speriamo) di ripristinare la pagina.

Un roboante "Embeh" o un "Chissenefrega" a questa notizia risuona nella mente di chi legge, le informazioni del podismo non sono una esclusiva e certamente la home page Bio Correndo non è di "particolare interesse" come di recente ci siamo sentiti dire, ma, vista la solita puntualità nelle pubblicazioni, abbiamo preferito informare che i lanci saranno ridotti, rimanendo invariata la proposizione delle classifiche.

Saremo dunque su un teatro diverso, non i campi gara abituali e nemmeno una vacanza, ma in un luogo ricco di emozioni che si intersecano con la storia recente dell'Italia con quel concetto di resistenza e memoria che devono far parte di ogni cittadino, rispolverando che principio di educazione civica che sembra essersi smarrita nelle maglie fitte della comunità Italia. 

Il 23 maggio, ma già da oggi, saremo dunque a Palermo per i 30 anni dalla strage di Capaci dove persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i Poliziotti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Esserci alle celebrazioni e ai momenti di riflessione che si susseguiranno lungo tutta la giornata sul palco del Foro Italico passando per il Silenzio suonato all'albero sotto la casa che era di Giovanni Falcone, è stato un desiderio forte per dare un significato alla frase "Per non dimenticare", affinchè non siano solo parole al vento, ma un modo di sentire. Esserci 30 anni dopo vuol dire anche raccontare a Leo, nostro figlio, il sacrificio degli uomini e delle donne in divisa di ieri, oltre che tenere vivo l'esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Loro non c'erano, ma la memoria sfuma anche in chi il 23 maggio 1992 era in grado di comprendere la gravità di quello che era successo e stava succedendo in Italia. L'attacco della Mafia allo stato con le bombe, una guerra a tutti gli effetti, dove perirono uomini e donne che allo Stato avevano giurato fedeltà e in quel giuramento credettero fino alla fine, a costo della loro vita.

Lorenzo Jovanotti nei primi anni 90 scrisse e cantò Mario. Dedicata al padre con il racconto del giorno in cui ragazzino, partecipò ai funerali degli agenti della scorta di Aldo Moro. Non so come vivrà Leonardo questo 23 maggio e non vorrò nemmeno sapere le sue impressioni se non sarò lui a concedersi con le sue sensazioni da 14enne, spero però che fra 20-30 anni, l'essere stato a Palermo che ricordare Giovanni Falcone proprio il 23 maggio e per estensione tutti gli uomini e donne periti in questa guerra non dichiarata ufficialmente, possa prova un'Emozione ed essere anche un uomo migliore affinchè quel "pensavate di ucciderli, invece erano semi" sia davvero reale.

Due stralci del testo "Mario":
Mi ricordo a dodici anni un pomeriggio di sole
Mi portò a un funerale
Ma era uno speciale
Che non c'era neanche un morto parente
Neanche un conoscente
Solo un sacco di gente
Seria molto composta
Una specie di festa al contrario
E mio padre Mario
Mi diceva "Quando avrai un po' più anni
Potrai dire io c'ero
Ai funerali degli agenti della scorta di Moro"

....

E mi teneva sulla testa una mano
Quel pomeriggio è lontano
Quasi venti anni fa
I negozi che chiudevano in tutta la città
Ogni cosa era strana nella mia fantasia
Non capivo perché in giro c'era tutta quella polizia
Le sirene spiegate
Le serrande abbassate
Sono più grande ma le cose non sono cambiate
La mia mano è più grande
E mio padre più anziano
La mia mamma si preoccupa perché sono lontano
Questa storia che ho detto con la rima baciata
Non so forse neanche io perché ve l'ho raccontata
Forse il centro di tutto è quella mano che mio padre mi appoggiò sulla testa
Questo è quanto mi resta
Un ricordo profondo
Grande come il mondo
Questo gesto che mio padre ebbe il cuore di fare
Questo gesto d'amore mille volte più potente di un pugno
In questa notte di giugno in cui scrivo
Mi fa essere vivo
Pronto ad essere padre a mia volta
E a spiegare a mio figlio bambino
Come ogni destino si unisce si confonde e si intreccia
In comune con le altre persone
Gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è dato
Ogni piccolo diritto che nel mondo è violato
è una ferita per tutti gli esseri della terra

E finché non c'è giustizia ci sarà sempre guerra

 


Un paio di link di interesse: Fondazione Giovanni Falcone - Libera.

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