Parlare della guerra in Ucraina crea contrasti, soprattutto sui social basta un titolo e senza leggere il contenuto si scatenano commenti negativi, trascurando i più beceri, la critica più frequente è che con questi articoli si trascura lo sport (interpretando il pensiero degli autori, che sono più diretti nelle loro esternazioni).
Katya era una sportiva e come tanti ragazzi e ragazze che scelgono l'attività agonistica aveva grandi sogni, crediamo sia giusto parlare di lei, per rappresentare i tanti piccoli atleti che sono periti o che hanno perso i genitori in questo conflitto o semplicemente che non possono più seguire le loro passioni e comportarsi da bambini.
Dall'inizio della guerra sono morti più di 100 bambini, comunque la si pensi, la morte di un bambino per una guerra di potere è sempre una sconfitta dell'umanità. A questi si aggiungono i tanti piccoli fuggiti dal conflitto, molti senza genitori, vivi, ma con un trauma difficile da assorbire.
La piccola ginnasta è stata trovata morta sotto le macerie della sua casa distrutta dai bombardamenti. Lo ha reso noto la sua allenatrice Anastasia Meshchanenkova che su Instagram ha scritto "Doveva conquistare il palcoscenico e regalare sorrisi al mondo. Di cosa si devono incolpare i bambini?"
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