Non si conoscono i numeri esatti degli infortuni nello sport, poiché molti degli atleti infortunati, soprattutto per quanto riguarda gli atleti amatoriali, non iniziano un percorso con uno specialista per riprendersi. Tra le figure professionali che si occupano di infortuni vi è lo psicologo che è molto importante perché questi non riguardano mai solo l’atleta, ma anche fattori biologici, psicologici e sociali.
L’infortunio sportivo
è un tipo di infortunio che si verifica nel corso di attività sportiva e che
determina un temporaneo o permanente impedimento alla partecipazione. Quello
dell’infortunio è quindi un ambito che va dalla prevenzione al rientro in
campo.
Gli infortuni sono
classificati in base a:
-
Localizzazione: parti del corpo coinvolte e lato
del corpo coinvolto
-
Tipologia: frattura, strappi, ecc.; se
l’infortunio è da contatto; se è avvenuto in allenamento o competizione
-
eziologia: infortuni traumatici o infortuni da
sovraccarico funzionale
-
gravità percepita dall’atleta secondo: criterio
temporale ( gironi tra infortunio e rientro in campo e numero di infortuni ogni
100 ore di attività); grado e natura
dell’invalidità; complessità del trattamento; conseguenze a lungo termine.
Diversi sono i fattori
predisponenti all’infortunio, uno di questi, comune a tutti gli sport è
l’ansia pre-gara, ma ci sono anche carico e fatica che possono influire su
questi. Il carico è l’insieme di stimoli fisici e mentali applicati all’atleta
in un certo momento. Può essere misurato e diviso in carico interno ed esterno,
tali misurazioni sono utili per la prevenzione degli infortuni.
La fatica invece è definita come il risultato della
stanchezza fisica e mentale, spesso si manifesta con una riduzione delle
prestazioni rispetto a quelle attese ed entra in gioco nel momento degli
infortuni. Per ridurre il rischio di infortuni legato a questi fattori si
possono fare periodiche misurazioni di carico e fatica, se questi risultassero
elevati lo psicologo potrà proporre interventi mirati, a seconda delle necessità
per ridurli ed aiutare nella gestione dei fattori che li provocano, soprattutto
per quanto riguarda i fattori mentali. Ad esempio si potrebbe insegnare ad atleti e allenatori come individuare i segni
di carico e fatica eccessivi o aiutare l’atleta ad ascoltare maggiormente il
proprio corpo. A questo fine si potrebbero usare tecniche di rilassamento
focalizzate sul rilassamento muscolare come il Training Autogeno ed il
rilassamento progressivo di Jacobson e migliorare la comunicazione con il coach
in modo che l’atleta riesca ad esprimere i propri bisogni. Si potranno anche
proporre ad atleti e squadre dei programmi per aiutare a gestire l’ansia
pre-gara. Andersen e Williams individuano la risposta allo stress come
principale fattore che influisce sull’infortunio. Se l’atleta è in grado di
gestire lo stress il rischio si riduce, se non lo è il rischio aumenta perché
questo può influire su concentrazione e gesti tecnici. Gli interventi che
aiutano nella gestione dello stress possono quindi agire come fattori
preventivi. Infatti spesso gli atleti, soprattutto quelli di alto livello,
sottostimano il loro livello di stress e possono arrivare all’overtraining
(sindrome da sovra allenamento), e di conseguenza all’infortunio.
In generale i fattori predisponenti agli infortuni si
dividono in 2 grandi categorie: fattori esterni (condizioni ambientali e
caratteristiche dello sport) e fattori interni (età, precedenti infortuni,
stile di vita, alimentazione, stress e aspettativa).
Finora ho parlato di cosa fare per prevenire l’infortunio,
ma cosa si può fare se questo è già avvenuto? Lo psicologo può lavorare sulla fase acuta e su quella post-infortunio
aiutando l’atleta a superare il trauma e comprendere che lui non è invincibile.
La reazione dell’atleta all’infortunio dipenderà da gravità dell’infortunio,
prognosi, pressioni sociali, periodo agonistico e precedenti infortuni. Tutti
questi fattori andranno presi in considerazione nella presa in carico
dell’atleta poiché possono portare a reazioni diverse, dalla catastrofizzazione,
alla colpevolizzazione di sé, fino alla negazione dell’infortunio, lo psicologo
dovrà aiutare l’atleta ad avere una visione più realistica della sua
situazione, senza valutazione troppo negative o troppo positive e senza
colpevolizzarsi inutilmente.
Nella fase post
infortunio è importante favorire nell’atleta l’accettazione e aiutarlo a
comprendere che l’infortunio è parte della pratica sportiva e cogliere i
graduali miglioramenti che lo avvicinano al rientro in campo. Spesso nel momento
dell’infortunio emergono le difficoltà comunicative e relazionali, gli atleti a
volte non vengono sostenuti dai compagni di squadra e allenatori in questi
momenti, sperimentando un senso di solitudine o pressioni sociali da parte
della società che da cui sono stipendiati che li pressa per una ripresa rapida,
lo psicologo potrà intervenire quindi anche su questi aspetti relazionali
favorendo empatia e comunicazione.
Dopo la fase post-infortunio si passa alla delicata fase del
rientro in campo, anche in questo
momento i fattori psicologici sono molto importanti, infatti la preparazione
mentale è altrettanto importante di quella fisica per prevenire ricadute e
nuovi infortuni. Gli aspetti più importanti da considerare sono la sicurezza
rispetto alle proprie possibilità, la paura di nuovi infortuni, le aspettative
e la motivazione. La sicurezza deve essere al giusto livello, se c’è troppa
sicurezza si rischia di non prendere le precauzioni necessarie per prevenire le
ricadute, se invece è troppo poca la paura può prendere il sopravvento, ciò
potrebbe portare ad una riduzione della concentrazione, aumento dello stress e
quindi costituire un fattore di rischio per nuovi infortuni.
Riassumendo quindi per la prevenzione del rischio lo
psicologo può promuovere interventi per:
-
Ridurre lo stress, la tensione muscolare,
migliorare la qualità del movimento, sviluppare abilità mentali,
consapevolezza, chiarezza di pensiero e analisi della situazione.
-
Con l’allenatore/tecnico per prevenzione si può
fare formazione sui fattori predisponenti all’infortunio e insegnare come
riconoscere determinati segnali.
-
Con l’atleta si può fare formazione sui fattori
psicologici legati all’infortunio, valutare questi fattori e sviluppare
programmi di mental training che potranno aiutare anche ad avere un recupero
più veloce in caso di infortunio.
Dr.ssa Valentina
Bassi – Verona (VR) – psicologidellosport@gmail.com
Psicologa e Psicologa
dello sport
Specializzanda
in psicoterapia
Operatrice
di training autogeno
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