Nel 2019 la sprinter era stata trovata positiva all' Ibutamoren, spesso utilizzato come integratore per aumentare la massa muscolare agendo sui livelli di GH.
L'atleta si è sempre professata innocente, dichiarando che la sostanza era contenuta in alcuni integratori contaminati assunti pre e post gara.
La Horn non ha accettato la proposta della AIU di chiudere l'iter disciplinare con una condanna a 4 anni, poi declassata a tre, ma ha preferito continuare per vie legali.
Per sostenere la sua innocenza ha comunque dovuto rinunciare sia ai Mondiali sia alle Olimpiadi.
Grazie a una consulente incaricata dalla stessa Horn, la sprinter è riuscita a dimostrare che la quantità di sostanza vietata era trovata nelle urine era la stessa di quella trovata nell'integratore che non riportava, però le sostanze tra gli ingredienti.
Un'assunzione quindi inconsapevole tesi che è stata accolta anche dalla AIU.
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