martedì 18 maggio 2021

Gran debutto in maratona per Gabriele Pace! "Amore a prima vista"

Ci sono dei momenti che si sente il bisogno di un cambiamento, si cercano nuovi stimoli, nuove emozioni, Gabriele Pace li ha trovati nella preparazione della maratona. 

Gabriele lo conosciamo più come trailrunner o per le gare di corsa in montagna, proprio le vette sono la sua passione e l'inizio di questa esperienza ha in qualche modo a che fare con una montagna. 

L'idea di partenza era quella di allenarsi per una maratona, la scelta è caduta su quella di Milano, nell'ottica di una preparazione finalizzata alla Supermaratona dell'Etna, ma mentre gli allenamenti proseguivano Gabriele ci prendeva gusto e si concretizzava la voglia di ottenere una buona prestazione. 

Lo stato di forma di Gabriele si era già notato ad aprile in pista quando il portacolori della Delta Spedizioni si è laureato campione regionale ligure stabilendo anche il proprio personale con 31'04"42. (Nella foto di copertina

L'atleta si è presentato al debutto nella gara regina in una maratona riservata agli atleti élite, "Il fatto di partire in una gara solo élite per via del Covid ha tolto la spettacolarità di correre insieme a migliaia di persone, da un altro punto di vista, mi ha dato uno stimolo enorme, perchè alla fine a livello di qualità era come stare in mezzo a una maratona olimpica" ha affermato Pace. 

Sicuramente la competizione ha aggiunto quello stimolo in più che ha permesso a Gabriele di concludere con il crono di 2h23'39", una gara corsa senza crisi, di testa, riuscendo a terminare la seconda metà in progressione. L'obiettivo prefissato era di finire in meno di 2h25', compito più che riuscito. 

"La montagna e il trail sono una cosa diversa, ma un po' per il periodo che sto vivendo a livello personale, un po' per la magia stessa della gara e per la compagnia che ho avuto in questo percorso di preparazione, correre la maratona mi ha dato davvero una serie di emozioni inspiegabili!", le parole di Gabriele. 

Dal suo account Facebook gli Appunti di Maratona, che riportiamo, anche per ricordare che spesso anche se si corre da soli, dietra a una prestazione c'è sempre qualcuno da ringraziare, magari chi ci aiuta negli allenamenti, ma anche chi ci sostiene nelle nostre passioni. 

"Ho deciso di correre la Maratona per allontanare i mostri di un periodo decisamente complesso della mia vita. Correndola ne ho sicuramente sconfitti tanti, conosciuti e addomesticati alcuni, e scovati di nuovi. Io non lo so se correre mi possa rendere migliore in qualche modo, ma ciò di cui sono certo è che farlo mi aiuta.  Mi aiuta a credere in me stesso, ad osare, a non cedere allo schifo che tante volte ti viene sbattuto in faccia, e soprattutto ad apprezzare il bello che c’è nella vita. 
Oggi sono partito con l’incognita di non aver mai corso una maratona prima, ma con la consapevolezza di aver fatto ogni cosa a modo, di non aver perso un solo allenamento per cercare di arrivare preparato alla partenza.  Ho corso con la testa all’inizio e con tanto coraggio la seconda parte della gara. 
Le gambe che mi hanno portato al traguardo sono le mie, ma il bello della corsa, è che solo uno stupido la definirebbe uno sport individuale. 
In questi mesi, la maratona non l’ho preparata solo io. E oggi con me hanno corso in tanti. 
Sergio, che ha scelto di prepararmi. 
Anna, che ho ritrovato, e che sa solo lei da dove pesca la follia necessaria a viaggiare Stoccolma-Genova per venire a tifare.
Luca, che mi ha aiutato nei lunghi. 
Giovanni, che mi ha dato la possibilità di recuperare dagli allenamenti. 
Tutti gli amici a Villa, perché mi hanno accolto come uno del posto, in un momento in cui avevo bisogno di sentirmi a Casa. Leo, perché il fine ultimo è provare a insegnare a qualcuno, che infondo, ad essere se stessi vale sempre la pena, che inseguire un obiettivo, è qualcosa che ti forma, che rinunciare alle prime difficoltà è qualcosa di meschino, e che sopra ogni cosa, vale sempre la pena provarci. 
In tanti dicono che la Maratona è un viaggio. 
Per me non è stato così. 
Per 42 km ho combattuto ogni genere di cosa, cercando unicamente di rimanere concentrato. 
Il vero viaggio sono stati gli ultimi metri. 
Ecco, in quei pochi secondi, vedendo l’arrivo, comprendendo di essere in grado di fare qualcosa di buono, sono passato dalla gioia incontenibile, alla tristezza più assoluta, dal non sentirmi le gambe, al pensare di poter correre all’infinito, dalla contentezza di aver fatto qualcosa di grande, per me, per le mie potenzialità attuali e non in senso assoluto, al timore di essere in grado di farlo solo atleticamente parlando, dalla paura di non essere stato abbastanza troppe volte, alla consapevolezza di essere quel che sono per tanti e che così è come è giusto che sia. 
Ad essere se stessi, non si sbaglia mai. 
2h 23’ 39” non è un tempo di valore assoluto, ma è senza ombra di dubbio una luce accesa ad indicare qualcosa di prezioso. 
Come un rifugio su una morena."



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