Il giudizio fa parte della vita, ma certi commenti letti dopo il ritiro di Kilian Jornet nel suo tentativo della 24 h in pista lascia perplessi se non inorriditi. Se un progetto sfuma prima della metà di gara certamente qualcosa non è funzionato, affossarlo come atleta per quanto successo non solo è sbagliato, ma culturalmente riprovevole perchè si perpetra il concetto dell'infallibilità senza una visione d'insieme.
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Proprio oggi coach Djordjevic durante la presentazione di Marco Belinelli diceva:" Io guardo la foresta dietro all'albero". E noi? Siamo capaci di guardare aldilà del proprio naso e aver una visione d'insieme delle cose?
Kilian è, senza timore di smentita, un fenomeno del trail running, capace di volare dove gli altri tirano il freno a mano, di emozionare il mondo intero dell'off road e del podismo, quello che vive e gode di ogni aspetto della corsa e per chi segue il campione spagnolo sa di quali funambolie sia capace.
Uscire dalla sua zona di confort, concetto psicologico forse abusato, ma certamente probante non è da tutti. Prima l'idea della maratona, naufragata per l'annullamento della maratona di Valencia, poi l'approccio con i 10 km su strada ed ora con il tentativo di correre in senso antiorario per 24 ore. Quale altro campione, campionissimo dello sport ha provato a uscire dai propri schemi, dal terreno in cui non aveva rivali per trovare nuovi stimoli? A memoria, negli ultimi anni, solo MJ. Michael Jordan che all'apice della carriera provò l'avventura nel baseball per far poi ritorno sul parquet.
Kilian non si discute, i ma che possono emergere da questa avventura durata 10 ore sono lì visibili a tutti, contestarlo come atleta o addirittura additare l'evento come una promozione alla Salomon per il black friday è davvero ignobile.
Qui le sue parole postate nel pomeriggio di oggi:
Non è andata come pensavo. Mi aspettavo di entrare in quella zona del dolore per spingere il mio corpo ma mi sono rotto in un altro modo.
Prima di tutto voglio dire un grazie di cuore a tutte le persone che hanno reso possibile questo evento. Ho avuto questa idea di esplorare il mio corpo durante una corsa di 24 ore e hanno fatto di tutto per renderlo possibile. Non è stato facile, condizioni climatiche e situazioni diverse hanno reso molto difficile da organizzare e tutti voi avete fatto un lavoro eccezionale. Da @salomon a coordinare tutto a distanza, grazie @blaroque, @dejeyf e tutto il team di design per aver lavorato così duramente per sviluppare le scarpe fantasma. Kristin e tutte le persone di @moonvalleyrunfestival per organizzare un fantastico evento con tutte le difficoltà 🙏. Il team @lymbus_life, per rendere possibile un'idea in così poco tempo ed essere sempre lì! @aitorviribaymorales per tutto il lavoro nutrizionale, ho imparato tanto in queste ultime settimane! e ovviamente @tinaemelie per essere sempre presente quando il cattivo umore per le ferite e trovare il tempo dalle mie lunghe corse ❤️... Grazie a tutti voi..
La gara è iniziata bene, è andata tutto normale, con i suoi piccoli alti e bassi, alcuni piccoli dolori ma normali, ma come previsto fino a subito dopo le 10 h quando improvvisamente ho sentito 2 dolori consecutivi di oppressione al petto. Mi gira la testa e mi arrivano le cure mediche, grazie al dottore che era in gara (scusate se dimentico il vostro nome) per il vostro aiuto 🙏 l'ambulanza mi ha portato all'ospedale dove ho fatto i test e in osservazione questa notte. Sembra tutto ok adesso! Nessun grosso problema ma sarà bello fare ulteriori test.
Congratulazioni a @sebconrad per aver migliorato il record norvegese di 100 km, 100 miglia, 12 h 👊 grande corsa, è stato un piacere correre con te! E complimenti a @simenholvik, @harald.bjerke e @ultrapower_runner per finire le 24 h 👏.
Ora mi prendo una pausa, cerco di riposare un po'. La corsa è imprevedibile, a volte anche con grande preparazione accadono le cose, ma ci saranno ancora gare e montagne
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