Il 30 ottobre i festeggiamenti del suo compleanno quando la cifra tonda, 60 anni, aveva avuto una cassa di risonanza mondiale. Nella notte tra il 3 e il 4 novembre è stato però sottoposto ad un intervento d'urgenza per rimuovere un edema subdurale tra il tessuto cerebrale e il cranio. L'operazione, nei bollettini medici, era riuscita. L'uscita dall'ospedale per proseguire la convalescenza della sua abitazione di Barrio San Andres a Bueons Aires. Poco fa, il sito Clarin ne annuncia la morte per un attacco cardiaco.
Il 30 ottobre sui canali social Bio Correndo:
I 60 anni di Maradona!
dopo gli 80 di Pelè, i 60 del Pibe de oro. Sul post per la celebrazione del brasiliano si è alzato un polverone, tendenzialmente perchè la maggioranza di chi ha commentato a gamba tesa non ha letto il post o si è soffermato su un dettaglio che è poi la questione di sempre nelle chiacchiere tra amici appassionati di calcio. Maradona? Un personaggio da libro, una storia da raccontare. Ci vorrebbe Gianni Minà o Gianni Mura (che sia il nome l'elemento dirimente?!) perchè con l'argentino è impossibile separare l'uomo dal calciatore. Difficile anche trovare un aggettivo valido. Geniale? Unico? Funambolo? Forse nessuno è corretto, forse, come per tanti campioni che hanno saputo dettar legge per un periodo storico sono loro stessi l'aggettivo del loro essere a maggior ragione per la "Mano de dios". Maradona è Maradona anche con quel "anche se" è nella dialettica di tutti. Anche se come uomo non è stato un esempio con le sue esagerazioni, il suo essere sopra le righe, il non essere capace di gestire fama, notorietà e un talento fuori dalla comprensione umana. Vederlo palleggiare o dribblare un'intera difesa o partire da centrocampo con la palla al piede senza che nessuno sia in grado di togliergli la palla è qualcosa di sensazionale che non si smetterebbe mai di guardare e di emozionarsi, anche con quel "anche se"
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