lunedì 14 settembre 2020

Il ritorno a scuola fra mille incognite. Il pensiero per questo speciale anno scolastico 2020/2021

La campanella torna a suonare, ma non è un suono come gli altri. A distanza di oltre 6 mesi dall'ultimo ingresso in aula, 5,6 milioni di studenti si apprestano a tornare nell'unico luogo dove mettere le basi per crescere come persone e come studenti. Le due unità viaggiano di pari passo diversamente i nostri ragazzi sarebbero dei nudi contenitori. La presenza, il contatto visivo, la socialità, lo stare insieme anche con le difficoltà del momento.

Proprio le difficoltà sono il punto di queste ore. Pre lockdown il ritorno a scuola era fondato su altri elementi con i genitori in ansia per il percorso scolastico dei figli, del loro comportamento con gli altri ragazzi e il personale docente e scolastico; per i ragazzi la "fatica" di lasciarsi definitivamente l'estate alle spalle e riprendere con il piano studi, le ore da combinarsi tra materie e insegnanti che almeno inizialmente mancano per la copertura dei posti con l'ormai status dell'orario provvisorio.


Provvisorietà, precarietà, questi forse sono i sentimenti e le percezioni che in queste ore in modo trasversale colpiscono genitori e figli. Cosa succederà nei prossimi giorni? Come verrà realmente gestito il rientro? Sapranno i ragazzi seguire le regole che in questi giorni sono arrivate dal registro elettronico? Quale sarà il prossimo futuro? Come verrà gestita una eventuale positività nella classe del proprio figlio? Al netto della polemica fra partiti della maggioranza e dell'opposizione, aldilà del materiale, di chi deve portare la mascherina e chi deve misurare la temperatura, si deve remare tutti nella stessa direzione perchè la scuola DEVE essere il luogo fisico e astratto dove si formano gli uomini e le donne del futuro; abbiamo l'assoluta necessità che il ricambio generazionale sia fatto di Persone, di gente pensante che abbia gli strumenti per capire cosa sia giusto e sbagliato. La cronaca di questi giorni ci dice che le falle nel nostro processo formativo sono grandi: violenza, reazioni animalesche che non prevedono l'uso della ragione, ignoranza diffusa. L'utopia non fa parte del mio modo di pensare, il "male" nasce con l'essere umano, cercare una evoluzione, un virtuosismo collettivo, una comunità che crede nella ragione, nell'istruzione e nello stare insieme deve necessariamente essere l'obiettivo di tutti.

Ieri intanto il Presidente del Consiglio ha voluto così salutare il primo giorno di scuola:

"Si torna a scuola. Rivolgo un augurio a studenti, insegnanti, personale scolastico. Sarà un momento di intensa emozione. E' un'emozione che vivrò anche io da capo di un governo che si è impegnato per il ritorno in sicurezza ma anche da padre. Ci saranno difficoltà, disagi, soprattutto all'inizio. Voi dovrete fare la vostra parte, dovete impegnarvi a rispettare le regole di cautela che vi consentiranno di tutelare la vostra salute e la salute delle persone che amate e che vi amano. La scuola peraltro sconta carenze strutturali che ci trasciniamo da anni aggravate dall'attuale pandemia. Un saluto agli insegnanti: avete fatto uno sforzo straordinario in questi mesi di lockdown continuando a fare lezione con la didattica a distanza, non era affatto facile eppure avete svolto un grandissimo lavoro e per questo vi siamo grati. Ringrazio anche le famiglie, le mamme, i papà che hanno fatto molti sacrifici. Grazie anche ai dirigenti e tutto il personale della scuola: in questi mesi estivi non vi siete fermati un attimo, avete lavorato tantissimo per essere pronti per la riapertura. Saremo con tutti voi, saremo al vostro fianco e continueremo a esserlo nei prossimi giorni e mesi"







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