Quest'anno, l'11 dicembre, di candeline ne spegnerà 76. Nel 2018 ha voluto celebrare i vent'anni dalla sua prima maratona di New York, correndo ancora una volta nei quartieri newyorkesi. Il crono quel giorno non contava, quel "Ce l'ho fatta" dopo aver tagliato il traguardo rappresenta un pensiero trasversale di chi si mette in gioco.
Ieri sera un post, la sua pagina FB ha quasi 3.000.000 di follower, che ha raggiunto 58000 like (alle 6.30 di oggi) e oltre 7500 commenti. Parole in cui ci identifichiamo tutti noi che corriamo e che tocca aspetti psicologici reconditi. Smettere di correre non è concepibile e quando un guaio muscolare, tendineo ci relega ai box la fatica mentale di sopportare la rinuncia alla corsa è palpabile. Il desiderio di fare qualcosa che ci è impossibile oltre al disagio di non poter aprire la porta e uscire di casa, sono un mix micidiale che lacerano il buon umore.
Alla fine l'aspetto pratico e curioso. Dite la verità, la prima cosa che avete guardato sono le scarpe. Il modello, la marca. Direi Brooks Glycerin 18. No?
Ecco le sue parole:
21 luglio.
Ho comprato un paio di scarpe per correre, comode e anche leggere.
Molte persone che conosco mi dicono che oramai dovrei smettere di correre, che dovrei riposarmi alla mia età, che dovrei stare attento, che il cuore soffre se si affatica e tante altre cose.
Io invece, penso che un po’ di movimento, una corsa leggera, mi faccia bene. Certo, non tengo i ritmi di vent’anni fa, anche perché non ce la farei, ma pensare di smettere di correre mi farebbe male anche all’umore. Come se dovessi smettere di salire su un palcoscenico...
Purtroppo arriverà quel momento, lo so.
Ma finché ce la faccio vado avanti.
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