lunedì 6 aprile 2020

L'indimenticabile 3:32 del 6 aprile 2009. A L'Aquila una luce alla finestra o sul balcone per ricordare quella tragica notte

11 anni fa la terra tremava a L'Aquila.
Nella notte tra il 5 e il 6 aprile, alle ore 3:32, persero la vita 309 persone; un momento tragicamente indimenticabile per la recente storia italiana, purtroppo non solo per il cataclisma che si è abbattuto in una certa area del paese.

Le polemiche, le strumentalizzazioni, lo sciacallaggio certificato da alcune indagini della magistratura, le difficoltà gravi ed oggettive di quel popolo colpito dal sisma sono state non solo oggetto di tanti servizi televisivi, ma una vera emergenza nazionale.

Le macerie del centro cittadino sono negli occhi di tutti, i piccoli paesi isolati e la dignità delle persone costrette a vivere nei tendoni della Protezione Civile sono forse le tre immagini che più emergono nel ricordo di quel periodo. Il risveglio di ognuno di quel 6 aprile 2009 è stato diverso, nessuno può dimenticare lo shock delle immagini che gradualmente arrivavano dall'Abruzzo; negli anni successivi poi l'amarezza e il disgusto nel sentire le intercettazioni telefoniche di chi rideva per la disgrazia perchè in quel momento sentiva il profumo dell'affare. Penoso.

Al tempo del Coronavirus le celebrazioni non sono potute essere popolari, nessuna fiaccolata; tutti a casa è il must del periodo e così è stato proposto un momento via streaming con i Sindaci de L'Aquila e di Barisciano e con il Prefetto Torraco. Il modo simbolico per ricordare quella tragica notte è stato quello di accendere un lume, un fiaccola, una luce alla finestra.

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