lunedì 3 febbraio 2020

Le domande (non) volute senza risposta. Il turbillon dopo "Capolavori" di Mauro Berruto

Cos'è un Capolavoro? E' da sabato sera che mi girano, con la stessa intensità di un criceto sulla ruota, per la testa alcune domande.
A Valenza al teatro sociale è andata in scena una rappresentazione teatrale con maestro cerimoniere Mauro Berruto.

In qualche modo racconterò il suo spettacolo, sicuramente per Il Monferrato cartaceo, mentre è in elaborazione una video intervista che verrà pubblicata on line - spero - nelle prossime ore.

Il significato di questo post, orbene per chi non lo sapesse Berruto è un allenatore di successo, è per il turbillon emotivo che hanno destato le sue riflessioni, forse è più corretto dire che è lui stesso con la sua capacità comunicativa a rendere concetti tecnicamente semplici carichi di domande in sospeso. Questa è la sensazione rimasta nelle ore successive.

Qual è l'origine del "Capolavoro"? Qual è la strada? Esiste il talento? Come lo si riconosce? E la Cultura? Da dove partire? Con quale scopo? Dobbiamo tendere alla perfezione nella quotidianità? Se sì perchè?

Studiare è certamente il punto focale, una parola, lo studio, che risuona in ogni cosa con una forza veemente. Ripartire dalla Cultura, dalle cose semplici, da un origine nuova perchè ogni momento è una ripartenza o un passaggio per il raggiungimento di un fine. Chi legge Bio Correndo con tutta probabilità è un over 40, al limite un over 35 e il tempo dello studio, quello scolastico è passato, l'attualità è fatta di mille altre cose.

Lavoro, famiglia e per i più fortunati tempo libero in cui investire nelle proprie passioni. Basta? E' davvero sufficiente per essere "compiuti"? Ritornare (per me farlo per la prima volta seriamente) a studiare come didattica o come self made ritagliando spazi nuovi e lasciandone altri è possibile? Ha un senso? Si può avere un obiettivo importante a medio termine di vita superati i 40 anni?

Il mettersi in gioco è certamente un valore aggiunto dell'essere umano ad ogni età e se qualcuno, anche non raccontandoti propriamente questo, riesce ad ingenerare un tale turbamento significa che il suo ruolo comunicativo è stato efficace. Ancor di più se queste domande in qualche modo prima o poi avranno risposte.




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