giovedì 9 gennaio 2020

L'ennesima vittima delle strade, un 17 enne morto mentre era sulla sua bici. Serve una nuova Cultura

Le strade italiane stanno diventando sempre più off limits per chi ha la passione per la bici.
Sembra distante come Alpha Centauri dalla Terra il pensiero delle città ecosostenibili con la mobilità interna alle città e non solo con mezzi alternativi alle automobili come le biciclette.

Piste ciclabili, distanze raggiunte su due ruote non motorizzate, movimento e minor impatto ambientale; parole e argomentazioni che si scontrano con la realtà delle cose ed una mentalità che sembra essere tutto fuorchè in linea con un'idea green delle nostre città piccole o grandi che siano.

Gli incidenti mortali e non, si susseguono con una ciclicità impressionante. Sportivi, ciclisti in allenamento, ma anche semplici utilizzatori delle biciclette come mezzo di trasporto sono nel mirino in questi mesi. L'ultimo in ordine cronologico è successo nel modenese e chissà che mentre scrivo un altro episodio non sia già avvenuto.

Quello di ieri a Modena è particolarmente tragico perchè a perdere la vita è stato un ragazzo di 17 anni investito mentre stava andando a scuola, nel suo zaino i libri per l'attività scolastica. Poco importa che non si conosca al momento la dinamica quel che è certo è che non è possibile questa mattanza da nord a sud da est a ovest.

Uno dei più grandi ciclisti pro in attività, Vincenzo Nibali, ha dichiarato di aver paura, di scegliere percorsi poco trafficati e di cercare di non uscire in gruppo e "quando vedete ragazzini in allenamento, pensate che possano essere i vostri figli".

La Cultura, parola che si può riempire di numerosi contenuti diversi, si spera che possa essere anche associata a quelle del rispetto dei singoli soggetti che viaggiano e vivono le nostre strade.





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