venerdì 1 marzo 2019

Continuano le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard

C'è molta apprensione in questi giorni circa le sorti dell'alpinista italiano Daniele Nardi e del suo compagno di spedizione Tom Ballard.

I due alpinisti impegnati nella scalata al Nanga Parbat, la nona vetta più alta del mondo con i suoi 8126m, non danno più loro notizie da domenica scorsa.

Le ricerche hanno da subito incontrato un ostacolo, a causa delle tensioni politiche tra India e Pakistan non è stato permesso all'elicottero incaricato di sorvolare la zona del campo 3 dove si fermano le notizie dei due uomini.
Solo giovedì, dopo l'intervento dell' ambasciatore italiano Stefano Pontecorvo che ha ottenuto l'autorizzazione al decollo, sono riprese le ricerche.
E' stata individuata la loro tenda sommersa dalla neve e diverse tracce di valanghe, la speranza è che i due possano essere saliti al campo 4 o forse aver preso un'altra via.

In un'intervista Simone Moro dichiara di temere il peggio, i due alpinisti sono tra gli scalatori migliori del mondo e soprattutto non sono degli sprovveduti, quindi l'ipotesi di essere rimasti senza batterie per il satellitare è abbastanza remota. Premunirsi oltre ogni limite è la prima regola di chi tenta l'ascensione agli 8000.
Inoltre Daniele Nardi non era nuovo alla scalata del Nanga Parbat, aveva già tentato altre 3 volte, fermandosi nel 2015 ai 7830m.

Simone Moro che è stato l'unico italiano a raggiungere la vetta di questa montagna in inverno ha seguito un'altra via, passando per la via del Diamir ed evitando lo sperone Mummery.
Proprio quello sperone che invece Daniele e Tom volevano invece  "domare" e che era l'obiettivo della spedizione. Lo stesso Moro afferma di aver evitato appositamente lo sperone Mummery proprio perchè fa paura, fanno paura le valanghe devastanti che spazzano via tutto con la loro violenza, montagne di neve e ghiaccio alte come palazzi di 8/10 piani che travolgono ogni cosa.
L'unico ad essere riuscito ad affrontarlo, ma in discesa e in estate è stato Reinhold Messner, non senza conseguenze però, lì vi perse il fratello.

Il Nanga Parbat è una delle  montagne con il più alto indici di mortalità.
Nonostante le scarse speranze domani le ricerche continueranno. L'elicottero tenterà di portare il più vicino possibile al campo base 4 alpinisti,  coordinati dal kazako Vassily Pivtsov, da lì proseguiranno a piedi in cerca di segnali dei due dispersi.
Via terra anche l'alpinista Karim Hayat, compagno di spedizione fino a gennaio di Nardi e Ballard, tenterà l'ascesa.

Fa venire qualche brivido leggere la biografia di Tom Ballard, classe 1988 è praticamente nato sulle vette, la mamma Alison Hargraves è stata un'indomita e ribelle alpinista. Nel 1988 incinta di 6 mesi proprio di Tom scalava in solitaria la nord dell'Eiger.
Alison ha dedicato la sua breve vita all'alpinismo. Ne fu attratta e folgorata a 16 anni e in solitaria riuscì a compiere imprese proibitive anche per molti uomini. La montagna però non ricambia sempre questo amore completo e assoluto e dopo aver scalato con successo da sola e senza ossigeno il K2. Alison non fa più ritorno, muore durante la discesa a soli 33 anni, il suo corpo non fu mai trovato.

Tom forse ha la montagna nel DNA e nonostante la morte della mamma che ha segnato la sua infanzia non ha resistito al richiamo delle vette.
Perchè si sfida la montagna? Come tutte le grandi passioni non si può spiegare, probabilmente non c'è una spiegazione razionale, non c'è una vera ragione che può spiegare il rischio che si corre, è qualcosa che si sente dentro.
Ne vale la pena? Probabilmente sì, l'essere umano ha bisogno di limiti da superare. Ognuno sceglie il suo più o meno rischioso o la sua passione per dare un senso a questa vita che un senso non ha, come cantava Vasco Rossi qualche anno fa.

Aggiornamento alle ore 13, le informazioni ufficiali provengono dalla pagina di Daniele Nardi:

Questa mattina l'elicottero, dopo aver avuto l'autorizzazione al volo, non ha potuto volare perché l'agenzia privata Askari, che gestisce in concessione i voli degli elicotteri dell'esercito pakistano, ha richiesto il pagamento anticipato dell'importante somma necessaria per i trasferimenti di personale dal campo base del K2 al campo base del Nanga Parbat. Askari, purtroppo accetta soltanto pagamenti anticipati e il deposito lasciato dagli alpinisti si è esaurito con le operazioni di ieri.

La famiglia di Daniele Nardi si è resa immediatamente disponibile al pagamento dell'intera somma necessaria, ma i tempi tecnici e burocratici hanno di fatto impedito di poterlo fare in poche ore. 

L’Italia, tramite l’Ambasciatore Stefano Pontecorvo, ha pertanto provveduto concretamente e direttamente a gestire i pagamenti con l’Aviazione pakistana di quanto richiesto da Askari per il volo degli elicotteri in attesa dei rimborsi assicurativi.

Purtroppo, il meteo è peggiorato e l’operazione di recupero di Alex Txikon dal campo base del K2 si dovrà effettuare domani mattina.

Nel mentre, Ali Sadpara, con gli altri due alpinisti pakistani, è partito questa mattina a piedi dal campo base del Nanga Parbat ed è arrivato nei pressi di campo 1. Ora è di ritorno verso il campo base.

L'aggiornamento alle 7 di questa mattina dalla pagina FB di Daniele Nardi conferma che ancora i due non sono stati trovati:

Ancora nessuna notizia di Daniele Nardi e Tom Ballard. Le operazioni di soccorso sono proseguite sul piano organizzativo nella notte in stretto contatto con l’Ambasciata, che con il supporto dell’Esercito Pakistano stà operando per ottenere tutte le autorizzazioni per far decollare gli elicotteri,
Il piano concertato prevede di prelevare l’alpinista basco Alex Txikon con 3 suoi collaboratori, tra cui un medico, dal campo base del K2 per trasportarli al Campo Base del Nanga e poi in una posizione più vicina alla parete Diamir in direzione del campo 1 . Da lì Txikon attiverà tre droni di particolore potenza per il volo in quota e autonomia che perlustreranno tutta la zona dello Sperone Mummery, fino al plateau sovrastante e lungo tutte le ipotetiche vie percorribili dai due alpinisti che si stanno ancora ricercando.
Il team russo al K2 che si era offerto di intervenire , in accordo con l’organizzazioe ha deciso di rinunciare a causa del forte rischio valanghe sul Nanga. Meglio dunque procedere alle ricerche con sofisticati sistemi elettronici di sorvolo.
Il meteo , seppur peggiorato da ieri è ancora sufficentemente buono per muoversi con gli elicotteri ; si stanno attendendo le autorizzazioni al volo dato che lo spazio aereo pakistano è ancora chiuso a causa delle turbolenze militari nelle relazioni tra Pakistan e India.
L’Ambasciatore Pontecorvo è in costante contato con lo stato Maggiore dell’Aereonautica Pakistana e con l’organizzazione dei soccorsi.




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