In tv spopolava la pubblicità con un cucciolo di Labrador che inteneriva tutti anche se l'oggetto promosso non era proprio da "ore pasti".
Tutti fatti che a quella che sarebbe stata la compagna di una vita interessavano poco, pochissimo, quasi nulla, ma un regalo speciale per la laurea era nell'aria.
E' così che in un inverno di 18 anni fa, a San Giorgio Monferrato, nasceva quella che avremmo chiamato Camilla. L'approccio è stato subito chiaro. L'allevatrice aprì una porta e da una stanzina arrivò in picchiata una cucciolina nera piena di energia con la voglia di conquistare il mondo. Non era Camilla. Dopo qualche interminabile secondo arrivò lei. Placida e con il tempo dalla sua. Perchè correre? Correre per dove? C'è forse del cibo?
Piano piano si presento al nostro cospetto in tutta la sua stanchezza e formidabile bellezza. 4 passi e si fermava, forse dei microsonni ristoratori. A distanza di quasi 4 lustri il pensiero è che ci stesse spiegando con una dimostrazione concreta quello che si deve fare negli ultratrail di montagna. Un riposo velocissimo per poi ripartire. Ante litteram!
Verbania la sua prima casa. Il lungolago di Suna prima e i boschi di castani di Bèe poi le sue passeggiate (brevi e lente) alla scoperta del mondo. Gli anni dove ha messo in mostra l'unico suo grande interesse. Il cibo. Alla parola pappa affiorava tutta l'energia contenuta nel resto della giornata. E' stato anche il periodo della strategia. Quella dove è stata capace di aprire un bidone con le sue crocchette e nella tranquillità della solitudine serale, mangiarsene oltre 2 kg in un colpo solo. La paura che morisse, anzi che detonasse fu grande, ma niente. Era solo una mangiata extra.
Gli anni in cui un cagnolone, nei periodi d'amore, scappava di casa per venire a piangere sotto la nostra finestra per richiedere "la sua mano". La scintilla con Pedro non scoppiò e il ritorno a casa dal proprietario disperato per le scorribande del suo peloso ne sancì l'amore vietato.
L'incontro invece con il casalese Bart, combinato e non galeotto, la fece partorire ben 8 cuccioli. Una rimase con noi. Giadina la chiamammo per il colore inizialmente verde-giada del pelo.
Abbasanta e la Sardegna, la maturità. Il Monferrato, l'alto Piemonte e la Sardegna. Conosco persone che hanno girato molto meno. Senza considerare qualche vacanza insieme in giro per l'Italia.
Il 2005 il trasferimento e la permanenza per quasi sei anni sull'Isola. Sempre con noi, sempre al nostro fianco. La conoscenza con Duke, quel terremoto di cagnolone con cui ho lavorato nei miei anni a 4 mori. I bagni al mare e al lago Omodeo, le passeggiate in pineta a Torregrande. Scene di quotidianità che solo chi ha avuto o ha dei cani sa quanto siano intensi.
La percezione, come forse un po' tutti i cani, che sentisse i momenti emotivamente complicati. Lei c'era, in qualche modo lo faceva capire. Quella percezione esistente fra bipede e quadrupede, il linguaggio chiaro e preciso che esula dalla parola. Beh qualche monologo sia Ari che io l'abbiamo fatto e lei pazientemente ascoltava.
Un piccolo problema di salute, che apprensione, fu risolto dai veterinari della Clinica due Mari. Ricordate il caso Palla? Proprio loro.
San Salvatore Monferrato l'ultima casa.
Il ritorno in Piemonte e di nuovo nel Monferrato proprio per chiudere il cerchio. La vecchiaia che non ha intaccato l'appetito. Quel "pappa" che le faceva drizzare le orecchie e fare balzi da triplista per raggiungere l'area del portico con i viveri. Non più nell'ultimo periodo. L'invalidità è stata lenta e dolorosa, forse non per lei, ma certamente per noi che lentamente la vedevamo deperire.
Il saluto nei giorni scorsi, il vuoto dell'assenza. Il preparare istintivamente due ciotole per il cibo, il girarsi e non trovarla. 18 anni insieme tra colline, laghi, altipiani, mare e di nuovo colline sono un cammino lungo, una vita insieme. Ciao Camillona.
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