L'immagine di copertina nella mia intenzione è quella di arrivare alla guarigione sportiva prima di "cadere a pezzi"!
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Supportata da una diagnosi corretta si imposta la strategia terapeutica più
efficace, sia essa chirurgica, farmacologica, basata su terapie strumentali, su
tecniche manuali, su esercizi correttivi, o solamente sul riposo. Oggi la
tecnica ha raggiunto una evoluzione tale da permettere terapie molto efficaci,
anche se a volte molto costose e per questo motivo le tecniche da proporre al
paziente sono davvero molte, a seconda del tipo di problema e della capacità di
sopportarne la spesa. Un principio però deve essere molto chiaro, e su questo
sono intransigente. La terapia conduce ad un miglioramento progressivo del
paziente, ma nel caso della guarigione di uno sportivo dobbiamo sottolineare la
necessità di due passaggi obbligati.
A – La guarigione clinica
Rappresenta il momento del miglioramento della sintomatologia e il ritorno
alle consuete attività civili e sociali. Spesso la guarigione clinica non
consente all'atleta di poter riprendere l'attività sportiva.
B – La guarigione sportiva
La riatletizzazione è un concetto introdotto negli ultimi anni per definire
l'ultima parte del percorso di recupero funzionale di un atleta da un
infortunio. Mentre in passato si faceva coincidere il ritorno all'attività
agonistica col termine della fase di riabilitazione, le moderne conoscenze
nell'ambito delle scienze motorie hanno imposto di programmare ed attuare un
periodo di riatletizzazione prima del ritorno incondizionato all'attività agonistica
per lo sportivo. Questi, infatti, necessita non solo di recuperare le
funzionalità lese dall'infortunio, obiettivo del precedente percorso
riabilitativo e fisioterapico, ma anche la gestualità sportiva specifica e le
capacità condizionali adeguate al livello competitivo di appartenenza.
GUARIGIONE CLINICA ►
RIATLETIZZAZIONE►GUARIGIONE SPORTIVA
Nell'ambito
sportivo non è sufficiente arrivare ad un guarigione clinica per riprendere
l'attività sportiva, anzi, proprio in quel momento l'atleta deve iniziare un
training dedicato alla recupero funzionale sportivo completo, solo dopo tale
periodo potrà nuovamente essere considerato un atleta agonistico. Spesso nel
periodo di riatletizzazione, addirittura si ripercorre a ritroso l'esercizio
fino a identificare il motivo stesso che ha indotto l'infortunio e riabilitarlo
attraverso opportuni esercizi ed allenamenti. Spesso l'atleta attende con
trepidazione l'esito di una ecografia o di una risonanza magnetica, ma non
basta un referto di diagnostica per immagini per decretare la ripresa di
un'attività agonistica, è solo indicativo per iniziare la ripresa funzionale.
E' molto importante sottolineare questo aspetto che anche a livello medico
viene spesso sottovalutato, se non addirittura ignorato. Personalmente ho sempre
creduto molto alla messa in atto dei programmi di riatletizzazione e forse
proprio la mia doppia specializzazione in Scienze Motorie e in Fisioterapia mi
fa vedere in modo ovvio alcuni aspetti che troppo spesso vengono visti da due
punti di vista troppo distanti, quello della patologia e quello
dell'allenamento. Un adeguato programma di rialtletizzazione non può essere
definito a priori perchè è un abito che deve essere confezionato su misura dal
tecnico e deve tener conto dei seguenti punti:
·
circostanza dell'infortunio e analisi delle cause intrinseche ed
estrinseche che lo hanno determinato: l'anamnesi è di fondamentale importanza.
Attraverso il racconto particolareggiato dell'atleta relativo alle circostanze
dell'infortunio, un attento e preparato terapista è già in grado di fare una
diagnosi abbastanza precisa, senza bisogno di avere in mano esami strumentali o
visitare; la documentazione clinica servirà poi per approfondire i dettagli del
problema. Attenzione se non si rimuovono le circostanze che hanno prodotto
l'infortunio, è possibile che il paziente vada incontro a recidive.
·
aree anatomiche coinvolte, loro caratteristiche e loro funzioni:
ogni area sede di lesione presenta caratteristiche particolari che devono
essere ben conosciute prima di essere ricondizionate. Ad esempio la lesione di
un muscolo che partecipa attivamente agli sforzi veloci in quanto è costituito
in prevalenza da fibre bianche, non è sufficiente che non faccia più male
durante la corsa lenta; dovrà prima essere riallenato nelle attività di
capillarizzazione, poi elasticizzato in tutte le possibili modalità, poi
rafforzato con contrazioni concentriche ed eccentriche, fino a portarlo ad
esecuzioni tecniche specifiche come i lavori lattacidi, le progressioni, gli
allunghi.
·
stato di forma dell'atleta: è importante valutare se durante il
periodo di riabilitazione, l'atleta ha osservato riposo assoluto oppure ha
condotto sport sostitutivi che ne hanno mantenuto alta la condizione organica
generale.
·
messa in atto di eventuali alterazioni gestuali per poter
compensare l'area infortunata: è un fenomeno che accade molto più spesso di
quanto si immagini. Facciamo l'esempio pratico di una ripresa atletica dopo
infortunio al tendine di Achille. Come ampiamente spiegato nei paragrafi precedenti,
questo importante tendine esercita un “effetto molla” che determina la forza
propulsiva nella dinamica della corsa. Se la struttura mio-neuro-tendinea del
tricipite surale non ha ripreso questa sua capacità di stifness, la spinta su
quell'arto non sarà reattiva come sull'altro con la conseguenza di andare a
stimolare negativamente altre strutture di compenso. Il risultato è che
l'atleta corre ugualmente ma non sarà una corsa simmetrica e potenzialmente può
indurre successivi infortuni su altri distretti.
·
progressione dei carichi di lavoro: qualità, intensità, volume. E'
fondamentale saper giocare su questi parametri e dosarli mettendosi nell'ottica
della debolezza del segmento colpito e non ragionando con la testa dell'atleta
che vorrebbe sparare tutte le energie di cui dispone.
E' molto importante,
al momento della ripresa rivedere attentamente la programmazione. Se
l'infortunio è stato leggero e breve, probabilmente vi consentirà di riprendere
la programmazione che avevate interrotto, eventualmente effettuando qualche
modifica nei giorni di rientro all'attività. Al contrario se l'infortunio fosse
stato particolarmente lungo a rientrare, dovrete rivedere in toto la
programmazione
Le info: www.massafisio.it
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