mercoledì 25 aprile 2018

Le patologie del Podista. Massafisio su Bio Correndo

Leggete e soffermatevi sull'ultima frase. Quante volte avete chiesto informazioni al vostro amico runner "che corre da più tempo"? "Ho un dolorino qui... cosa sarà"? Affidarsi ad uno specialista è il primo passo per un recupero rapido!


Fulvio Massa: L'esperienza del fisioterapista runner a disposizione del Podisti! Si parla di traumi e tutti noi ne sappiamo ahinoi qualcosa!

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Qui l'intro per il lancio dei prossimi argomenti
LE PATOLOGIE DEL PODISTA
In questa sezione farò tratterò le principali problematiche che possono presentarsi nella pratica della corsa escludendo dall'analisi i traumi diretti o indiretti. Prenderemo in analisi tre grandi categorie di problematiche, quelle muscolari, tendinee e articolari e successivamente vedremo nel dettaglio le principali patologie che affliggono il podista, elencando le corrette metodologie di trattamento. Indipendentemente dalla patologia, vorrei che fossero chiari i principi dell'iter terapeutico a cui si deve sottoporre un atleta nel momento in cui subisce un infortunio.
L'insorgenza.
Quando una patologia insorge in maniera traumatica è facilmente percepibile, quando invece insorge con gradualità è spesso subdola e capace di procrastinare il giusto approccio terapeutico. Chiaramente, se un atleta dovesse fermarsi appena tira un muscolo...non farebbe più l'atleta! Lo sport, specie agonistico, porta a spostare i propri limiti fino ad accettare, talvolta, la convivenza col dolore. Sapendo che una stretta minoranza di atleti è seguita da un coach o da uno staff sanitario, c'è una semplice linea guida da seguire nel momento in cui si profila l'insorgenza progressiva di un dolore legato alla corsa.
Caso A. Si può proseguire l'attività se:
        si tratta solo di un fastidio
        il fastidio non induce a zoppicare o ad alterare il gesto
        tende, col passare dei giorni, a regredire
Caso B. Si deve interrompere l'attività fisica se:
        il fastidio si trasforma in dolore
        si è costretti, più o meno consapevolmente, a zoppicare
        peggiora col passare dei giorni, o comunque , anche se non peggiora, tende a cronicizzare
Attenzione, anche nel caso A l'atleta ha il dovere di curarsi, sia diminuendo i sovraccarichi di allenamento, sia con le idonee terapie. Nel caso B, oltre alla interruzione dell'allenamento, le cure sono necessarie e si possono praticare attività fisiche sostitutive.
La diagnosi

E' un momento molto delicato della storia di un infortunio e in base alla sua affidabilità si decreta il corretto percorso di guarigione. In alcuni casi la diagnosi è solamente clinica, ovvero, il medico o il terapista, sulla base della anamnesi e dei test clinici effettuati e forte della propria conoscenza della materia, è in grado di formularla. In altri casi invece, la diagnosi deve essere avvalorata e dettagliata da esami strumentali quali radiografia, ecografia, risonanza magnetica...In ogni modo, il terapista, sulla base dei dati raccolti emette una diagnosi che deve esprimere al paziente in modo corretto e lineare la prognosi, vale a dire il tempo previsto di durata dell'infortunio, e le linee terapeutiche più corrette da effettuare. Per la migliore valutazione diagnostica, è necessario che il medico o il terapista siano profondi conoscitori delle caratteristiche peculiari dello sport praticato.
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