Fulvio Massa: L'esperienza del fisioterapista runner a disposizione del Podisti! Si parla di traumi e tutti noi ne sappiamo ahinoi qualcosa!
Qui l'intro per il lancio dei prossimi argomenti
LE PATOLOGIE DEL PODISTA
In questa sezione farò tratterò le principali problematiche che possono
presentarsi nella pratica della corsa escludendo dall'analisi i traumi diretti
o indiretti. Prenderemo in analisi tre grandi categorie di problematiche,
quelle muscolari, tendinee e articolari e successivamente vedremo nel dettaglio
le principali patologie che affliggono il podista, elencando le corrette
metodologie di trattamento. Indipendentemente dalla patologia, vorrei che
fossero chiari i principi dell'iter terapeutico a cui si deve sottoporre un
atleta nel momento in cui subisce un infortunio.
L'insorgenza.
Quando una patologia insorge in maniera traumatica è facilmente percepibile,
quando invece insorge con gradualità è spesso subdola e capace di procrastinare
il giusto approccio terapeutico. Chiaramente, se un atleta dovesse fermarsi
appena tira un muscolo...non farebbe più l'atleta! Lo sport, specie agonistico,
porta a spostare i propri limiti fino ad accettare, talvolta, la convivenza col
dolore. Sapendo che una stretta minoranza di atleti è seguita da un coach o da
uno staff sanitario, c'è una semplice linea guida da seguire nel momento in cui
si profila l'insorgenza progressiva di un dolore legato alla corsa.
Caso A. Si può proseguire l'attività se:
•
si tratta solo di un fastidio
•
il fastidio non induce a zoppicare o ad alterare il gesto
•
tende, col passare dei giorni, a regredire
Caso B. Si deve interrompere l'attività fisica se:
•
il fastidio si trasforma in dolore
•
si è costretti, più o meno consapevolmente, a zoppicare
•
peggiora col passare dei giorni, o comunque , anche se
non peggiora, tende a cronicizzare
Attenzione, anche nel caso A l'atleta ha il dovere di curarsi, sia diminuendo
i sovraccarichi di allenamento, sia con le idonee terapie. Nel caso B, oltre
alla interruzione dell'allenamento, le cure sono necessarie e si possono
praticare attività fisiche sostitutive.
La diagnosi
E' un momento molto delicato della storia di un infortunio e in base alla
sua affidabilità si decreta il corretto percorso di guarigione. In alcuni casi
la diagnosi è solamente clinica, ovvero, il medico o il terapista, sulla base
della anamnesi e dei test clinici effettuati e forte della propria conoscenza
della materia, è in grado di formularla. In altri casi invece, la diagnosi deve
essere avvalorata e dettagliata da esami strumentali quali radiografia,
ecografia, risonanza magnetica...In ogni modo, il terapista, sulla base dei
dati raccolti emette una diagnosi che deve esprimere al paziente in modo
corretto e lineare la prognosi, vale a dire il tempo previsto di durata
dell'infortunio, e le linee terapeutiche più corrette da effettuare. Per la
migliore valutazione diagnostica, è necessario che il medico o il terapista
siano profondi conoscitori delle caratteristiche peculiari dello sport
praticato.
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