venerdì 30 marzo 2018

La mia 24x1h. I miei 60' 7 mesi e 4 giorni dopo

7 mesi e 4 giorni dopo l'infortunio ho rimesso un pettorale, l'ho fatto nella gara meno da podista che ci sia e meno rappresentativa delle gare che ritengo mie.
Eppure la 24x1h di Asti la sento e la vivo come una gara collinare, una di quelle immerse nella natura nei su e giù del mio amato Monferrato.

Non sono impazzito. Il sentire non è di certo per le caratteristiche della gara, ma nel piacere di esserci in un evento di cui mi sono innamorato al primo approccio da osservatore.

Allora che ora in pista sia! 60' tutti da interpretare. Correre un'ora in pista può essere deleterio se affrontato nel modo sbagliato. Una partenza garibaldina può creare un finale di gara complicato, direi una tortura. Una abbrivio morigerato invece può regalare un finale se non in progressione quanto meno in spinta senza cedimenti.

Così è stata la mia prima 24x1h da runner. Diversi giri tra 1'44-5" ogni 400 mt per poi prendere coraggio e scendere a 1'43", 1'40" e assestarmi su 1'38-39". Gli ultimi 10' ho dovuto stringere i denti per non scendere di ritmo e mantenere il passo, ma tutto sommato la progressione c'è stata e l'ora è filata via!

Davvero emozionante ad ogni tornata sentire il proprio nome in più punti della pista da atleti di più formazioni che mi incitavano, GRAZIE e un Grazie a Paolo Zanchi per l'assistenza cronometrica e il sostegno morale. La luce solare veniva meno correndo tra le 19 e le 20 e il suo supporto è stato fondamentale.

Indossare poi il 23 ha avuto per me un significato particolare. 23 come MJ, il numero di M. Jordan, il mio idolo adolescenziale e il 23 è un numero personale a cui sono molto legato per motivi familiari.

Sì, sono soddisfatto. Non so se la mia caviglia tornerà quella di prima, non so se tornerò a correre a certi ritmi, in tutta sincerità non credo né l'uno né l'altro, quello che so è che correre è una Passione, aldilà del crono e aldilà del passo al chilometro!








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