Il Centro della Corsa è proprio questo. Un insieme di fattori con il focus in quella parola a noi tanto cara: CORRERE. Per saperne di più:
Foto di copertina: Ilaria Fedeli
Per conoscere in modo approfondito un essere umano che corre, è necessario valutarlo in tutte le sue forme, statiche, dinamiche e metodologiche.
Oggi è la 2^ uscita dell'analisi della corsa. Sedetevi comodo e fate vostri i contenuti! Di Fulvio Massa:
ANALISI DELLA CORSA 1^ - Frequenza, Ampiezza, tempo di contatto
•
simmetria del carico
E' un
dato che indica quanta pressione al suolo viene esercitata dall'arto dx e sx
nel momento dell'impatto ed è intuibile quanto ciò sia importante in uno sport
ripetitivo come la corsa. L'essere umano è per natura asimmetrico ed entro
certi limiti una asimmetria di carico può considerarsi fisiologica, ma oltre
contribuisce ad aumentare la predisposizione ad infortuni. L'asimmetria può
dipendere da differenze anatomiche tra
emisoma dx e sx, da scoliosi, o dalla produzione di un gesto viziato da parte
di un arto come avviene nel caso di una zoppia, anche se minima. Possiamo dire
che entro un 5% possiamo considerarla una asimmetria accettabile. La
quantificazione di questo parametro è
possibile solo utilizzando dei tapis roulant avente delle celle di
carico in grado di misurare le pressioni.
•
oscillazione verticale del baricentro
Abbiamo
stabilito con chiarezza che durante la corsa è presente una fase di volo e
quindi è chiaro che quindi una oscillazione verticale sia da considerarsi
fisiologica. Se l'oscillazione è eccessiva diventa un elemento di limitazione
della prestazione perché crea una inutile dispersione verticale. Una corsa
efficacie ha la caratteristica di essere radente al suolo con minime
oscillazioni verticali. L'esempio di una corsa che accentua le oscillazioni è
lo Skip, esercizio che verrà descritto nel prossimo capitolo. Non
necessariamente è un elemento predisponente agli infortuni, in genere si
associa ad uno stile di corsa abbastanza elastico. Questo parametro è
misurabile con degli accelerometri o con tapis roulant dotati di videocamere ad
infrarossi collegate a software di analisi.
•
appoggio del piede: pronosupinazione
Stiamo
parlando di un parametro di grande importanza sia per la sua correlazione con
la prestazione sia per la sua capacità di predisporre a infortuni. Abbiamo già
parlato nel capitolo 2 delle caratteristiche relative ai tempi di appoggio e
quindi voglio soffermarmi sulla loro valutazione nei confronti della corsa.
Normalmente la diagnosi delle caratteristiche di appoggio viene rilevata in
modalità statica ma nell'ambito della corsa questa visione è limitativa e
quindi per stabilire se un podista è pronatore, supinatore o neutro bisogna
analizzarlo nel contesto della dinamica. Una iperpronazione o supinazione
monolaterale predispone spesso a creare una asimmetria ascendente del carico,
altre volte invece il difetto non è causalgico ma adattativo ovvero è
l'appoggio del piede che viene deviato per compensare un altro difetto
primario. I mezzi di valutazione sono essenzialmente visivi, o attraverso il
consumo della scarpa. Si possono utilizzare anche in questo caso degli
accelerometri collegati a software di analisi oppure creare dei fermo immagine
attraverso la video analisi.
•
impatto del ginocchio: valgismo varismo
Discorso
simile a quello fatto per la iperpronazione o supinazione del piede sia per un discorso di rendimento che
di predisposizione ad infortuni. Le
ginocchia valghe sono un atteggiamento di disallineamento dell'asse tra tibia e
femore, comunemente noto come “ginocchia a x”. Le ginocchia con atteggiamento
in varismo hanno un sempre un disallineamento ma opposto a quello del valgismo,
comunemente note come “ginocchia a parentesi”. Si tratta di paramorfismi che possono essere più o meno accentuati e
sui quali si ha poca possibilità di intervento in quanto costituiscono una
strutturazione scheletrica permanente. E' corretto cercare di evidenziare
questi difetti di appoggio perché costituiscono un errato carico e come tale
possono potenzialmente predisporre a problemi di condropatia del ginocchio. Si
può evidenziare un ginocchio varo o valgo attraverso una videoanalisi. Può
essere un difetto monolaterale.
•
inclinazione del busto sul piano frontale
La
visione frontale di una persona dovrebbe evidenziare un immagine simmetrica
ovvero una ipotetica retta mediana passante per il naso e l'ombelico dovrebbe
creare due parti uguali e simmetriche ed entro un certo limite questo è vero.
Durante la corsa il corpo subisce delle naturali oscillazioni laterali le quali devono
comunque mantenersi in un range di misura contenuta ed equilibrata. Una
oscillazione laterale eccessiva è uno stile di corsa scorretto e determina una
peggioramento della economia di corsa. Una oscillazione laterale asimmetrica è
indice di una zoppia. Si può evidenziare questo difetto attraverso una
videoanalisi e addirittura misurarla precisamente in gradi attraverso software
di analisi e valutazione.
•
attacco antero posteriore del piede
L'impatto
del piede al suolo è determinante in quanto influenza il rendimento del gesto e
la possibilità di avere degli infortuni. Si parla di attacco in retropiede
quando il corpo prende contatto col terreno con il tallone; questo tipo di
appoggio non è particolarmente produttivo in quanto il calcagno non ha nessuna
capacità di fornire una risposta di restituzione elastica e di conseguenza
questo impatto produce una forza che il corpo naturalmente fa fatica ad
assorbire e lo possiamo constatare facilmente provando a correre o a saltare a
piedi nudi, infatti ci accorgeremmo subito che questo tipo di appoggio non è
per nulla elastico e inoltre è doloroso. Chiaramente la scarpa viene in aiuto a
queste situazioni con un ruolo di ammortizzazione e protezione dell'impatto;
per quanto la sua azione sia innegabilmente un aiuto non è comunque in grado di
neutralizzare completamente gli impulsi dati dal terreno che comunque si
distribuiscono secondo una verticale ascendente sul resto del corpo.
Al
contrario, un appoggio sul mesopiede è più elastico e meno traumatico e
probabilmente è il tipo di attacco da preferire in funzione della corsa di
endurance. Il tipo di attacco è
correlato alla velocità di corsa per cui più la corsa è veloce e più
sarà espressa sull'avampiede, più è lenta e più è facile che si presenti in
retropiede. In conseguenza a quanto detto è normale che una corsa di lunga
distanza si realizzi con un impatto diverso da uno sprint oppure che lo stesso
atleta che disputa una prova particolarmente lunga, parta con un appoggio
reattivo in medio piede e quando subentra l'affaticamento si sposti ad un
appoggio in retropiede. La tipologia di appoggio si riesce a evidenziare
attraverso la videoanalisi.
•
inclinazione del busto sul piano sagittale
Se
guardiamo una persona di profilo mentre corre possiamo evidenziarne l'inclinazione
del busto e la sua direzione e il suo allineamento costituiscono uno degli
aspetti basilari nella impostazione della corsa. Se il busto è troppo arretrato
rispetto all'impatto del piede, si esercita una intensa forza di frenata con
una risultante di impatto notevole su tutta la struttura corporea, quindi un
allineamento posturale corretto dovrebbe vedere il baricentro del busto in asse
o leggermente più avanzato rispetto al punto di impatto del piede al suolo.
L'atteggiamento
del busto è correlato al tipo di attacco del piede e normalmente un attacco in
retropiede si associa ad una posizione arretrata del baricentro del tronco
mentre un attacco in avampiede è correlato ad una anteriorità del baricentro,
come avviene nel caso dello sprint. Normalmente nella corsa di durata
l'atteggiamento corretto vede una discreta verticalità dell'asse del busto
associata a un attacco in mesopiede.
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angolo del ginocchio
Questo
dato ci fornisce due preziose indicazioni che sono l'angolo assunto dal
ginocchio nel momento dell'attacco e l'angolo nel momento del richiamo cioè
quando l'arto è posteriore rispetto al corpo. L'interesse è rivolto soprattutto
all'angolo di attacco che dovrebbe essere abbastanza vicino agli zero gradi. E' frequente, specie
successivamente ad un infortunio di ginocchio non recuperato completamente,
trovarsi di fronte ad un “flexum” vale a dire una articolazione che non è più
in grado di estendere completamente; bastano pochi gradi di limitazione in fase
di estensione per determinare una zoppia ed un sovraccarico sull'apparato
estensore. Per contro, anche un appoggio in iperestensione è da considerarsi
scorretto in quanto crea un carico assiale eccessivo sull'arto inferiore non
potendo sfruttare la naturale proprietà di ammortizzazione e reazione messa in
atto dall'apparato estensore. La fase
di flessione del ginocchio generalmente non vede delle limitazioni particolari
in quanto l'angolo raggiunto durante la fase di posteriorità dell'arto non è
mai vicina al massimo range articolare. La misurazione degli angoli del
ginocchio è misurabile con appositi tapis roulant dotati di telecamere o
attraverso la videoanalisi.
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angolo coxo femorale
Il dato
di interesse in questo ambito è legato sostanzialmente all'angolo di flessione
della coscia sul busto. Si tratta di un movimento che è strettamente correlato
al concetto di ampiezza del passo, di cui in precedenza abbiamo già ampiamente
parlato. Va rilevata sopratutto la presenza di una asimmetria dell'angolo di
flessione della coscia perché è indice di un blocco articolare della
articolazione coxo femorale o di una disfunzione della muscolatura che agisce
su di essa. Anche questo parametro è valutabile solo attraverso appositi tapis
roulant dotati di telecamere o attraverso la videoanalisi.
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oscillazione arti superiori
Avete mai
provato a correre con le braccia ferme lungo i fianchi? Impossibile! Il
concetto da precisare è che non si corre solo con le gambe ma si sfrutta la
partecipazione globale del corpo ed in particolare l'oscillazione degli arti superiori
sul piano sagittale rappresenta lo strumento che consente di bilanciare la
falcata operata dagli arti inferiori, quindi l'ampiezza e la frequenza della
oscillazione degli arti superiori è proporzionale a quella degli arti
inferiori. Esiste poi un altro tipo di oscillazione che è tipica della corsa su
superfici naturali e sconnesse che si sviluppa su piani misti e ha lo scopo di
bilanciare le diverse sollecitazioni indotte dalle irregolarità del terreno. E'
difficilmente quantificabile il gesto di oscillazione e la sua valutazione è
sostanzialmente data dall'analisi visiva.
•
Relax
L'immagine
di un corpo che corre deve sempre ricordare leggerezza e fluidità. Durante la
corsa bisogna cercare di evitare le inutili e dannose contrazioni della muscolatura
che non è direttamente coinvolta. La tensione gratuita dei muscoli del busto,
del collo, delle spalle e della muscolatura respiratoria determina un inutile
maggiorazione del costo energetico e una maggiore propensione ad infortuni.
Anche in questo caso, la valutazione non è quantificabile e la sua valutazione
è totalmente data dall'analisi visiva di un occhio esperto.
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