mercoledì 17 gennaio 2018

Leggerezza e fluidità. Il gesto della corsa! Sappiamo come corriamo?

Il mercoledì, uno ogni due, è il momento delle pillole di Fulvio Massa. Contributi importanti per il nostro mondo. L'esperienza professionale al servizio dello sport e nel nostro caso del Podismo.
Il Centro della Corsa è proprio questo. Un insieme di fattori con il focus in quella parola a noi tanto cara: CORRERE. Per saperne di più:

Le info: www.massafisio.it

La pagina FB: Il Centro della Corsa

Foto di copertina: Ilaria Fedeli

Per conoscere in modo approfondito un essere umano che corre, è necessario valutarlo in tutte le sue forme, statiche, dinamiche e metodologiche.

Oggi è la 2^ uscita dell'analisi della corsa. Sedetevi comodo e fate vostri i contenuti! Di Fulvio Massa:

ANALISI DELLA CORSA 1^ - Frequenza, Ampiezza, tempo di contatto

    simmetria del carico

E' un dato che indica quanta pressione al suolo viene esercitata dall'arto dx e sx nel momento dell'impatto ed è intuibile quanto ciò sia importante in uno sport ripetitivo come la corsa. L'essere umano è per natura asimmetrico ed entro certi limiti una asimmetria di carico può considerarsi fisiologica, ma oltre contribuisce ad aumentare la predisposizione ad infortuni. L'asimmetria può dipendere da  differenze anatomiche tra emisoma dx e sx, da scoliosi, o dalla produzione di un gesto viziato da parte di un arto come avviene nel caso di una zoppia, anche se minima. Possiamo dire che entro un 5% possiamo considerarla una asimmetria accettabile. La quantificazione di questo parametro è  possibile solo utilizzando dei tapis roulant avente delle celle di carico in grado di misurare le pressioni.


    oscillazione verticale del baricentro

Abbiamo stabilito con chiarezza che durante la corsa è presente una fase di volo e quindi è chiaro che quindi una oscillazione verticale sia da considerarsi fisiologica. Se l'oscillazione è eccessiva diventa un elemento di limitazione della prestazione perché crea una inutile dispersione verticale. Una corsa efficacie ha la caratteristica di essere radente al suolo con minime oscillazioni verticali. L'esempio di una corsa che accentua le oscillazioni è lo Skip, esercizio che verrà descritto nel prossimo capitolo. Non necessariamente è un elemento predisponente agli infortuni, in genere si associa ad uno stile di corsa abbastanza elastico. Questo parametro è misurabile con degli accelerometri o con tapis roulant dotati di videocamere ad infrarossi collegate a software di analisi.


    appoggio del piede: pronosupinazione

Stiamo parlando di un parametro di grande importanza sia per la sua correlazione con la prestazione sia per la sua capacità di predisporre a infortuni. Abbiamo già parlato nel capitolo 2 delle caratteristiche relative ai tempi di appoggio e quindi voglio soffermarmi sulla loro valutazione nei confronti della corsa. Normalmente la diagnosi delle caratteristiche di appoggio viene rilevata in modalità statica ma nell'ambito della corsa questa visione è limitativa e quindi per stabilire se un podista è pronatore, supinatore o neutro bisogna analizzarlo nel contesto della dinamica. Una iperpronazione o supinazione monolaterale predispone spesso a creare una asimmetria ascendente del carico, altre volte invece il difetto non è causalgico ma adattativo ovvero è l'appoggio del piede che viene deviato per compensare un altro difetto primario. I mezzi di valutazione sono essenzialmente visivi, o attraverso il consumo della scarpa. Si possono utilizzare anche in questo caso degli accelerometri collegati a software di analisi oppure creare dei fermo immagine attraverso la video analisi.

    impatto del ginocchio: valgismo varismo

Discorso simile a quello fatto per la iperpronazione o supinazione del  piede sia per un discorso di rendimento che di predisposizione ad infortuni.  Le ginocchia valghe sono un atteggiamento di disallineamento dell'asse tra tibia e femore, comunemente noto come “ginocchia a x”. Le ginocchia con atteggiamento in varismo hanno un sempre un disallineamento ma opposto a quello del valgismo, comunemente note come “ginocchia a parentesi”. Si tratta di paramorfismi  che possono essere più o meno accentuati e sui quali si ha poca possibilità di intervento in quanto costituiscono una strutturazione scheletrica permanente. E' corretto cercare di evidenziare questi difetti di appoggio perché costituiscono un errato carico e come tale possono potenzialmente predisporre a problemi di condropatia del ginocchio. Si può evidenziare un ginocchio varo o valgo attraverso una videoanalisi. Può essere un difetto monolaterale.


    inclinazione del busto sul piano frontale

La visione frontale di una persona dovrebbe evidenziare un immagine simmetrica ovvero una ipotetica retta mediana passante per il naso e l'ombelico dovrebbe creare due parti uguali e simmetriche ed entro un certo limite questo è vero. Durante la corsa il corpo subisce delle naturali  oscillazioni laterali le quali devono comunque mantenersi in un range di misura contenuta ed equilibrata. Una oscillazione laterale eccessiva è uno stile di corsa scorretto e determina una peggioramento della economia di corsa. Una oscillazione laterale asimmetrica è indice di una zoppia. Si può evidenziare questo difetto attraverso una videoanalisi e addirittura misurarla precisamente in gradi attraverso software di analisi e valutazione.

    attacco antero posteriore del piede

L'impatto del piede al suolo è determinante in quanto influenza il rendimento del gesto e la possibilità di avere degli infortuni. Si parla di attacco in retropiede quando il corpo prende contatto col terreno con il tallone; questo tipo di appoggio non è particolarmente produttivo in quanto il calcagno non ha nessuna capacità di fornire una risposta di restituzione elastica e di conseguenza questo impatto produce una forza che il corpo naturalmente fa fatica ad assorbire e lo possiamo constatare facilmente provando a correre o a saltare a piedi nudi, infatti ci accorgeremmo subito che questo tipo di appoggio non è per nulla elastico e inoltre è doloroso. Chiaramente la scarpa viene in aiuto a queste situazioni con un ruolo di ammortizzazione e protezione dell'impatto; per quanto la sua azione sia innegabilmente un aiuto non è comunque in grado di neutralizzare completamente gli impulsi dati dal terreno che comunque si distribuiscono secondo una verticale ascendente sul resto del corpo.
Al contrario, un appoggio sul mesopiede è più elastico e meno traumatico e probabilmente è il tipo di attacco da preferire in funzione della corsa di endurance. Il tipo di attacco è  correlato alla velocità di corsa per cui più la corsa è veloce e più sarà espressa sull'avampiede, più è lenta e più è facile che si presenti in retropiede. In conseguenza a quanto detto è normale che una corsa di lunga distanza si realizzi con un impatto diverso da uno sprint oppure che lo stesso atleta che disputa una prova particolarmente lunga, parta con un appoggio reattivo in medio piede e quando subentra l'affaticamento si sposti ad un appoggio in retropiede. La tipologia di appoggio si riesce a evidenziare attraverso la videoanalisi.


    inclinazione del busto sul piano sagittale

Se guardiamo una persona di profilo mentre corre possiamo evidenziarne l'inclinazione del busto e la sua direzione e il suo allineamento costituiscono uno degli aspetti basilari nella impostazione della corsa. Se il busto è troppo arretrato rispetto all'impatto del piede, si esercita una intensa forza di frenata con una risultante di impatto notevole su tutta la struttura corporea, quindi un allineamento posturale corretto dovrebbe vedere il baricentro del busto in asse o leggermente più avanzato rispetto al punto di impatto del piede al suolo.
L'atteggiamento del busto è correlato al tipo di attacco del piede e normalmente un attacco in retropiede si associa ad una posizione arretrata del baricentro del tronco mentre un attacco in avampiede è correlato ad una anteriorità del baricentro, come avviene nel caso dello sprint. Normalmente nella corsa di durata l'atteggiamento corretto vede una discreta verticalità dell'asse del busto associata a un attacco in mesopiede.


    angolo del ginocchio

Questo dato ci fornisce due preziose indicazioni che sono l'angolo assunto dal ginocchio nel momento dell'attacco e l'angolo nel momento del richiamo cioè quando l'arto è posteriore rispetto al corpo. L'interesse è rivolto soprattutto all'angolo di attacco che dovrebbe essere abbastanza  vicino agli zero gradi. E' frequente, specie successivamente ad un infortunio di ginocchio non recuperato completamente, trovarsi di fronte ad un “flexum” vale a dire una articolazione che non è più in grado di estendere completamente; bastano pochi gradi di limitazione in fase di estensione per determinare una zoppia ed un sovraccarico sull'apparato estensore. Per contro, anche un appoggio in iperestensione è da considerarsi scorretto in quanto crea un carico assiale eccessivo sull'arto inferiore non potendo sfruttare la naturale proprietà di ammortizzazione e reazione messa in atto dall'apparato estensore.    La fase di flessione del ginocchio generalmente non vede delle limitazioni particolari in quanto l'angolo raggiunto durante la fase di posteriorità dell'arto non è mai vicina al massimo range articolare. La misurazione degli angoli del ginocchio è misurabile con appositi tapis roulant dotati di telecamere o attraverso la videoanalisi.


    angolo coxo femorale

Il dato di interesse in questo ambito è legato sostanzialmente all'angolo di flessione della coscia sul busto. Si tratta di un movimento che è strettamente correlato al concetto di ampiezza del passo, di cui in precedenza abbiamo già ampiamente parlato. Va rilevata sopratutto la presenza di una asimmetria dell'angolo di flessione della coscia perché è indice di un blocco articolare della articolazione coxo femorale o di una disfunzione della muscolatura che agisce su di essa. Anche questo parametro è valutabile solo attraverso appositi tapis roulant dotati di telecamere o attraverso la videoanalisi.

    oscillazione arti superiori


Avete mai provato a correre con le braccia ferme lungo i fianchi? Impossibile! Il concetto da precisare è che non si corre solo con le gambe ma si sfrutta la partecipazione globale del corpo ed in particolare l'oscillazione degli arti superiori sul piano sagittale rappresenta lo strumento che consente di bilanciare la falcata operata dagli arti inferiori, quindi l'ampiezza e la frequenza della oscillazione degli arti superiori è proporzionale a quella degli arti inferiori. Esiste poi un altro tipo di oscillazione che è tipica della corsa su superfici naturali e sconnesse che si sviluppa su piani misti e ha lo scopo di bilanciare le diverse sollecitazioni indotte dalle irregolarità del terreno. E' difficilmente quantificabile il gesto di oscillazione e la sua valutazione è sostanzialmente data dall'analisi visiva.


    Relax


L'immagine di un corpo che corre deve sempre ricordare leggerezza e fluidità. Durante la corsa bisogna cercare di evitare le inutili e dannose contrazioni della muscolatura che non è direttamente coinvolta. La tensione gratuita dei muscoli del busto, del collo, delle spalle e della muscolatura respiratoria determina un inutile maggiorazione del costo energetico e una maggiore propensione ad infortuni. Anche in questo caso, la valutazione non è quantificabile e la sua valutazione è totalmente data dall'analisi visiva di un occhio esperto.


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