Non sono incendi dolosi al fine di trarre un profitto vicino o futuro, così scriverebbe chi ne capisce di burocratese, ma è quella pratica tanto in uso quanto potenzialmente pericoloso per la salute di bruciare le stoppie. Frumento o riso che siano, colonne di fumo si alzano da campi.
Un ottobre caldo, anzi caldissimo sta stravolgendo le statistiche di tutti i tempi. Ci stiamo tropicalizzando dicono alcuni, le bizzarrie ci sono sempre state dicono altri. Sta di fatto che bruciare le stoppie in questo periodo è vietato. E' di ottobre 2017 la proroga del pericolo incendi da parte della Regione Piemonte. CLICCA QUI per saperne di più.
“Nei periodo di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata”. Questo recita il D.Lvo 91/13.
Tutto risolto quindi con il dispositivo regionale? Certamente no. Il caldo, la siccità, il fuoco che "scappa" ed ecco il danno e l'impossibilità per l'agricoltore di contenere il fuoco. Polizia, Carabinieri, Forestale - o quel che è ora -, Vigili del Fuoco, mobilitati per limitare i danni.
Quest'oggi a San Salvatore il fuoco è divampato e ha lambito una abitazione. Alle 16:00 circa quando sono passato i Vigili del Fuoco erano ancora in azione e le sirene, una volta arrivato a casa, suonavano ancora.
Il rispetto delle regole non è solo un' imposizione per venir contro alla libertà personale, ma spesso è l'unico modo per una convivenza il meno impattante possibile.
Cosa succede a chi contravviene alla disposizione regionale, salvo fatti più gravi? Il pagamento di sanzione amministrativa non inferiore a 1.032 euro e non superiore a 10.329 euro.

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