LAGHETTO. CROSS NEL FANGO
Capita che in una piovigginosa
domenica di febbraio ci si trovi alle prese con un cross, quello del Laghetto,
della cascina Altafiore. Si arriva e si vede già che le auto non sono molte.
Brutto segno “corse in Liguria” penso subito e ne ho conferma poco dopo. Solite
operazioni pre gara. Ritiro del pettorale e qualche saluto Poi il caffè di rito
e qui vengo a sapere che nell’alluvione del Novembre scorso il Bormida ha fatto
“il matto” ed ha portato il livello del lago a ridosso delle case, una ventina
di metri più in alto, scaricandosi, per fortuna dal lato della ferrovia sennò
anche le case sarebbero andate a bagno.
Per un paio di giorni il gestore della struttura è stato in compagnia di tre
caprioli e di un cane mentre una parte della strada che costeggia il lago è
franata. Conclusione è che la gara si svilupperà solo sul lato sinistro, quello
verso la strada e la casa. Ci saranno in abbondanza fango ed acqua. Non male
per un cross e se questa è la sua vera essenza allora siamo alla perfezione. Si
parte e non siamo in molti ne stimo una novantina. Tra i “forti” vedo Paolo
Bertaia che poi farà primo e tra le donne Teresa Repetto, anche lei sul gradino
più alto del podio femminile. Di quelli “della mia” ce ne sono tanti che
conosco e che penso di poter battere, ma c’è una nutrita pattuglia della
Doratletica e questi non li conosco. Poi le categorie sono di dieci anni ed io
me ne trovo un buon numero di molto più giovani. Farò la mia gara, la terza
dell’anno e quello che viene viene. Partiamo ed è subito fango, la parte bassa
non perdona e si lotta sino alla salitella che porta, con una brusca svolta a
sinistra, alla parte superiore con tanta erba. Però i giri sono quattro per
circa sei km e qualcosa di certo resterà nelle gambe verso la fine. Parto un po
forte e poi, dopo il primo giro, devo rallentare. Qualcuno mi passa , ma non
molti, nelle ampie curve ne vedo dietro sempre un buon numero. Non devo lottare
con nessuno della mia poiché quelli che conosco sono dietro, ma so già che qualche
“sconosciuto” mi è davanti. Due giri, tre giri, ed al terzo mi arriva come un
fulmine Paolo Bertaia che sta completando la gara, cavolo se va!!! Penso che
quando ritornerò dove mi ha doppiato anche per me sarà quasi gara conclusa e mi
faccio coraggio. Ultimo giro ed ultima salita nel fango pestato e ripestato, ma
le chiodate e le gambe reggono bene. Concludo decorosamente al 46° posto su 96.
Vado da Davide Petrini e, senza cercare
di “rompere troppo” vengo a sapere che sono ottavo della categoria dei 10 anni
(gli over 60 e 65), ma vedo che della mia sono secondo e la cosa un po mi
inorgoglisce. Tempo, per quel che conta, 29’28” sui 5800 metri a 5’08” al
km. Considerando il terreno di gara mi sento soddisfatto. Nel tempo mi sono
“convertito” al correre bene e cercare di arrivare in condizioni “dignitose”.
Le primavere vanno verso le 68 e già il fatto di correre è un privilegio. Si va
alle premiazioni e della mia, anzi delle mie due, ne premiano sette, io sono
ottavo “medaglia di legno”, ma ho la soddisfazione di consegnare un premio, una
coppa preparata da sua figlia, con dedica, all’amico Secondo Morino della
Costigliole che oggi ha affrontato la sua 900^ gara. Anche lui è come me del
’49 ed un tempo si facevano delle “terribili battaglie sportive” qualche volta
io e qualche volta lui davanti. Ora
Secondo è un po più lento di me, ma la sua filosofia è quella di sentirsi
gratificato del poter correre ancora. Poi si va via nella pioggia e
nell’impressione di come quel lago ora
basso e tranquillo si sia potuto trasformare in un “mostro” che stava allagando
tutto….ma per fortuna è passata, come è alle spalle il cross di oggi che
abbiamo corso nel fango e nella pioggerellina, in fondo nel nostro “migliore”
clima della bassa alessandrina. Ciao a tutti. Mi è rivenuta voglia di
raccontare e raccontarmi e grazie a chi è arrivato in fondo Pier Marco Gallo
Resoconto di qualità! Bravo Gallo :)
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