mercoledì 6 gennaio 2016

Tavola rotonda "Cross e Maratona" di Laura Scarrone

Il  5 gennaio si è tenuto a San Giorgio su Legnano un interessante tavola rotonda a contorno del cross del Campaccio dal titolo “Cross e maratona,affinità e reciprocità tecnico-metodologiche tra le due specialità”, relatori Massimo Magnani, Piero Incalza e Stefano Baldini.
Voglio solo sottolineare alcuni spunti di riflessione.
Per prima cosa l’importanza della preparazione invernale in vista della stagione primaverile e quindi l’utilizzo delle gare di cross per preparare le gare in pista o le maratone e se ” il Mito Baldini” afferma che l’elevato numero di cross che da ragazzino doveva correre per arrivare alle finali nazionali di specialità erano utili per la sua formazione, c’è da credergli.
Altra cosa importante, la corsa su percorsi non regolari (sterrato, sabbia, erba e, appunto i cross) aiuta la corsa su strada e in pista: i keniani vanno fortissimo ma si allenano senza cardiofrequenzimetro, cronometro o GPS, e soprattutto  non corrono sull’asfalto.
Sarà banale e scontato, ma è un dato di fatto che le nuove generazioni  sono meno abituate a faticare, fisicamente e mentalmente,  e hanno meno predisposizione alla corsa oltre che uno sviluppo motorio meno accentuato .
Anche l’uso “spregiudicato” di ripetute sui mille metri può avere effetti deleteri su atleti ed allenatori (in fondo il convegno era rivolto a loro) perché porta ad errate proiezioni: se faccio bene 10 ripetute sui mille non è assolutamente detto che sia forte sui diecimila.


Sarebbero ancora tantissime le considerazioni da aggiungere, ma concludo con la cosa che più mi è rimasta impressa, il Mito Baldini che dice: “quel giorno ad Atene mi è servito tutto quello che ho fatto, anche i cross invernali”. E’ importante che dica che tutto serve, ma sottolineo che non ha detto “quando ho vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi” e non solo perché lo sapevano tutti. Alla fine umiltà e lavoro pagano.


Laura Scarrone

Galleria Fotografica a cura di Podisti.net

1 commento:

  1. Oltre al contributo tecnico di indubbio valore, comunque, sembra che, a livello amatoriale si vada sempre più a perdere il gusto intrinseco del praticare lo sport, in questo caso la corsa; pare che in molti vogliano diventare "professionisti" e abbiano dimenticato lo spirito con cui hanno cominciato a praticare.. Secondo me, pur sapendo come allenarsi (bene), migliorarsi, avere obiettivi importanti da raggiungere, bisognerebbe viverla molto più serenamente.... Questo è il mio opinabilissimo punto di vista.
    E poi, è proprio certo al 100% che una persona media che lavora e si allena riesca fisicamente a reggere una stagione di cross invernale e una stagione di corse su strada senza uscirne infortunato?? Ho i miei dubbi; ci va pianificazione, periodizzazione dell'allenamento e buon senso. L'amatore medio non è accostabile ai keniani o al mitico Baldini, e i metodi di allenamento devono essere altamente e intelligentemente personalizzati; motivo per cui, collegandomi al post su FB, in tanti si distruggono di ripetute sui mille non alla loro portata per "imitare" i lavori dei professionisti e poi non rendono sui 10.000m... dovrebbero farsi qualche domanda. ;)

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