giovedì 3 dicembre 2015

La puzza del doping nella vicenda Whereabouts

La parola "puzza" non mi è mai piaciuta. La trovo scortese nel suono e nel suo significato semantico. Questa volta però si addice a quel che è successo ieri con il deferimento dell'antidoping del Coni per 26 atleti elite italiani.

Whereabouts

Gli atleti considerati elite devono essere SEMPRE reperibili e per sempre si intende giornalmente, in modo che si possano effettuare dei controlli antidoping a sorpresa in qualsiasi momento. Per gestire la reperibilità esiste il Whereabouts (introdotto dalla Wada, l'agenzia mondiale dell'antidoping) che non è altro che un grande sistema on line che riceve e immagazzina i dati che gli atleti in questione immettono.

Il caso

3 mancate o incomplete comunicazioni costituiscono motivo perchè il Coni e l'Antidoping possano intervenire per chiedere delle sanzioni, così ieri sono finiti nella rete 26 atleti Fidal dal valore assoluto

La ratio

Se alla prima può essere una svista, alla seconda può venire il sospetto, alla terza si suppone che l'atleta abbia qualcosa da nascondere.

Le regole e le cause

E' una regola pacificamente condivisa quella delle tre mancate comunicazioni, che piaccia o meno. In queste 24 h gli atleti che si sono visti recapitare la richiesta di due anni di squalifica hanno accusato il sistema Whereabouts di essere fallace e non consono per gestire le informazioni

Doping-Non Doping

Tutti gli atleti rimarcano il fatto che non sono stati trovati positivi, ma solo che dal sistema risultano le tre famigerate "mancate" comunicazioni e non vogliono essere accusati di pratiche vietate dall'opinione pubblica

Da che parte stare?

Ho letto molto in queste ore e si passa dal giustizialismo e alla difesa ad oltranza. Vero è che 26 atleti sono tanti. Possibile che il Whereabouts sia così inaffidabile e che per ognuno di loro si tratti di problemi tecnici? Non riesco a considerare tutti colpevoli o tutti innocenti, ma qualcosa di strano si percepisce. Da qui la "puzza" del titolo. Nessuna croce addosso all'atleta X, volontariamente non li cito, fino a che un giudice stabilirà cosa sia accaduto. 

Riporto però due commenti che considero interessanti 

Questa mattina Gabriele Abate, fresco vincitore della Maratona di Trino, scrive sul suo profilo FB:
Io ho dovuto usare il sistema di controllo anti doping per tre anni, fino allo scorso ottobre, il sistema funzionava benissimo non ho mai avuto problemi tecnici, speriamo che si vada molto a fondo a questa storia, punendo chi ha sbagliato e scagionando chi avrà ragione.. vedremo la cosa importante è che non finisca come al solito... a tarallucci e vino..

Su La Stampa di oggi Filippo Magnini alla domanda: "Che pensa di questa lista", risponde:
Per mancare una reperibilità ci vuole proprio poco, è successo a tutti. Certo è difficile credere che un comportamento simile si possa ripetere di continuo. Non conosco i casi specifici quindi non giudico, ma dopo che hai lasciato un format incompleto o mancato un test ti dovresti dannare per tornare in regola
... e ancora... Ognuno deve stare molto attento e rispondere in prima persona...


ARTICOLO LA STAMPA del 2 dicembre a cura di Giulia Zonca

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