venerdì 11 dicembre 2015

I "Quattro Moschettieri", il podismo locale 1.0 di Paolo Zucca

IT ALL STARTS HERE
It all starts here (tutto ha inizio da qui) è la scritta che ho letto sul cartello posto ad Hopkinton il paesino da cui parte la maratona di Boston.
1 novembre 2002 è l'incipit del mio racconto e delle mie considerazioni sull'evoluzione del movimento podistico locale.

Conoscevo da diversi anni Stellio Sciutto per averne letto molti articoli sullo sport amatoriale acquese e anche per le sue doti di abile animatore e speaker in occasione delle annuali festa dell' ATA a fianco del compianto prof. Sburlati. A dire il vero, spesso mi affiancava durante le fasi di riscaldamento sul percorso verde di Mombarone chiedendomi delle mie maratone, dei pochi acquesi che allora correvano, soprattutto nell'alessandrino dove vi erano gran parte delle gare, e della possibilità di realizzare una sorta di calendario di gare in ambito locale. Era sua intenzione coinvolgere alcuni paesini facenti parte della Comunità montana per valorizzare e far conoscere il territorio anche ad altri podisti, con un bel montepremi finale e incentivando la partecipazione di acquesi neofiti mediante l'allestimento di un "Challenge acquese", suddiviso in categorie per premiare più "sgaientò" possibili.
La caratteristica comune sarebbe stato il percorso duro, per lo più tra i boschi, contraddistinto da ripide salite, discese a picco e lunghezza non eccessiva. Tramite il presidente della comunità montana Alta Valle Orba Valle Erro e Bormida di Spigno, vennero individuate 9 località e pro loco disponibili a mettersi in gioco; mancava solo l'individuazione della gara fiore all'occhiello di tutto il calendario, quella che avrebbe simboleggiato per le caratteristiche , la durezza, il chilometraggio, il tipo di gare che i podisti avrebbero affrontato in tutta la stagione. Dopo riunioni, sopralluoghi. verifiche, discussioni, consigli vari, la scelta cadde sul percorso da Pareto a Montechiaro d'Acqui di circa 18 km.
Data l'impegnatività dei percorsi era intenzione comune poi offrire ai partecipanti indicazioni precise sulla tipologia dei tracciati, la distanza precisa, i premi, gli spogliatoi e l'assistenza sanitaria.
Infatti, per mia esperienza di quegli anni, troppe volte era capitato di aver corso in provincia su percorsi misurati in maniera approssimativa con frecce mal posizionate e facilità di errore, oltre all'assenza di personale medico e ristori in gara.
"Son già d'accordo con Piermarco Gallo e Sergio Zendale, ti citofono alle 2 del 1° novembre e andiamo a misurare il percorso della corsa del castlan, mangia pochi ceci e fatti trovare sotto" fu la mia telefonata di convocazione qualche giorno prima.
"Veramente i ceci li ho già mangiati.., il fatto è che al mattino corro a Genova la marcia della Lanterna e non so se faccio in tempo ad arrivare ad Acqui!": fu la mia risposta. Inutile dire che alle 14 ero già sotto a aspettarli. Avevo corso al mattino i 15 km della gara (anche bene, sotto i 4 al km) e pensavo già al riposo in auto e le varie discussioni tra di noi, ma, appena salgo sulla Punto vedo i miei soci agguerriti muniti di carta millimetrata, orologio con funzione di altimetria, bomboletta spray e soprattutto misuratore metrico a ruota... Per una corretta misurazione del percorso, con taglio curve e controllo buche avremmo dovuto segnare tutto il tracciato a piedi!
"Cosa vuoi che sia, fai defaticamento per la mattina...": mi risposero.
Così arrivati a Pareto iniziò in maniera simbolica la lunga storia delle corse della "Comunità montana".
Mentre Stellio e Piermarco in auto sul foglio indicavano l'altimetria, Sergio ed io a piedi li anticipavamo, segnando con lo spray ogni km, facendo attenzione a tagliare le curve a mò di percorso virtuale, indicando anche l'eventuale stato dell'asfalto e dello sterrato. Una decina di km vennero misurati in quel modo poi, anche complice la mia stanchezza nei tratti di salita e il rapido imbrunire, pietosamente mi venne concesso di allungare il braccio al di fuori del finestrino.
Alla fine uscirono 17km e 100 metri. Ricordo ancora alcune battute del maestro Colla su quei 100 m riportati poi sui volantini di gara...
Ormai la gara simbolo era stata segnata, ora era solo questione di fissare le date delle altre corse e tutto il "contorno" da offrire ai podisti.
Si susseguirono una serie di riunioni serali in cui si cercò di dare un'impronta completamente diversa da ciò che domenicalmente si vedeva.
Innanzitutto si poneva attenzione ai volantini indicanti recapiti telefonici, la precisione dei km, anche attraverso l'apposizione di progressivi cartelli in legno, la realizzazione di pettorali differenziati per categoria,il pettorale di leader provvisorio del trofeo, la consegna di bigliettini all'arrivo con indicazione del piazzamento, le prime foto in azione, un premio di partecipazione e di classifica consistente in prodotti tipici del territorio (vino locale,funghi, formaggette,acciughe, marmellata,amaretti, frutta,verdura), spesso magliette ricordo con la scritta della manifestazione e borsine con il logo della comunità, la possibilità di avere spesso spogliatoi con docce, un medico presente, ristori ben forniti anche per gli ultimi e primi tentativi di pasta party all'arrivo, sull'esempio delle grandi maratone.
Io inizialmente mi sarei occupato della stesura delle classifiche, che sarebbero poi apparse sul sito della Comunità e sui primi siti specializzati, e soprattutto nell'opera di promozione e persuasione a far approdare dalle nostre parti gli amici mandrogni.
Così dopo la gara inaugurale di Ponti del 1° maggio tre giorni dopo ci fu la 1^ Cursa del Castlan!
Appena tornato da Boston e sazio di salite mi fu concesso il ruolo di direttore di corsa apripista, questa volta su scooter. I partecipanti furono solo 75 ma la strada era stata aperta! Negli anni a seguire quella gara, insieme all' Acqui Cimaferle, ebbe tra i vincitori e partecipanti sempre validi atleti lombardi, valdostani, emiliani come ho notato nelle varie classifiche che conservo (nota autocelebrativa: nell'ordine d'arrivo dell'Acqui Cimaferle del 2003 mi piazzai al 6°posto davanti a una ragazza dell'Atletica Alessandria di nome..Valeria Straneo!)
In quella prima edizione del Trofeo 10 furono le località teatro di gara (Cassinelle, Ciglione, Ponzone, Miogliola, San Luca, Spigno ecc). Molti acquesi anche neofiti della corsa si avvicinarono alla gare, complici la vicinanza a casa e anche lo stimolo a confrontarsi in quel challenge suddiviso per categorie. Aspri e mitici duelli si susseguirono per tutta la stagione a costo di contratture,rovinose cadute, infortuni vari e improbabili...strategie di corsa. Tanta fatica e assiduità era però ripagata a fine anno con la sontuosa cerimonia di premiazione a Ponzone con trofei e imponenti cesti gastronomici di prodotti del territorio, alla presenza di personalità politiche e televisioni private.
Negli anni seguenti poi si avvicinarono gli amici liguri ed astigiani ad infoltire il numero dei partecipanti. Le gare aumentarono in maniera esponenziale culminando poi nella gara finale a Mombarone con la cena di scambio dei prodotti liguri e piemontesi. Si era creata una forma di community anticipatoria dei futuri social: la passione comune e l' obiettivo di seguire una classifica aveva sciolto il carattere asciutto e diffidente tipico dei podisti di quegli anni. Ricordo ancora quelle navette che ci portavano da Montechiaro a Pareto, sede di partenza della cursa del castlan: era tutto un programma sulla tattica di gara, le scommesse con i vicini di sedile, gli sfottò, le prese in giro ma anche il ben velato timore a vedere le dure salite che poi ci avrebbero aspettato di corsa. Mi vengono in mente però anche i commenti di ammirazione e stupore di colleghi di altre province che scoprivano calanchi, colline, luoghi e paesaggi a loro fino a quel momento sconosciuti e che quella gara come altre avevano fatto da promozione del territorio.
Ho poi saputo che molti di loro ritornavano in altri periodi dell'anno in quei paesini per pranzare nel locale tipico con la famiglia o solo per fare una passeggiata ricordandosi della fatica provata in gara.
Purtroppo negli anni a seguire cambiarono molte cose, in primis lo scioglimento delle Comunità Montane.
Venne a mancare quella "forza propulsiva" che era alla base di tutto il movimento. Se aumentarono le gare (spesso su percorsi riproposti più volte), per incomprensioni varie tra pro loco vennero invece a mancare gare storiche (Ponzone, Miogliola, Morbello ad es.) i premi furono più modesti e non più locali, vecchi podisti limitarono le loro presenze e arrivarono  "runners" armati di gps, supponenza, spesso più pronti a criticare su ogni minimo dettaglio che a riconoscere gli sforzi dello staff organizzativo.
Per motivi fisici son da un anno fuori dal giro ma cerco in qualche modo di tenermi informato sulle vicende del podismo locale: ho saputo che dal prossimo anno cambieranno molte cose sulla gestione delle corse podistiche nell'alessandrino. Anche Stellio Sciutto si farà da parte. Non so quali son le sue motivazioni precise (magari un giorno me lo dirà durante una delle nostre pedalate insieme, sempre che non mi stacchi in pianura). A lui va il mio tributo con questi ricordi e il personale ringraziamento per quello che ha fatto per tutto il movimento.
Per chi è arrivato da poco e non sa come era prima la realtà delle famose "corsette" forse non si rende conto di quanti cambiamenti in positivo ci son stati in questa decina di anni a tutela della sicurezza e divertimento di ogni partecipante.

Non so chi saranno coloro che prenderanno le redini dell'organizzazione sia centrale che periferica delle varie manifestazioni e dei diversi enti, mi piacerebbe però pensare che chiunque si avvicinasse con qualsiasi incarico, ruolo, onere, ambizione personale possedesse la passione, la voglia e lo spirito che animò quei "4 moschettieri" su quella macchina del 1 novembre 2002!


Paolo Zucca

1 commento:

  1. Pier Marco così commenta: "Grazie Paolo ti sei perfettamente ricordato di quella"prima volta" ed io ricordo anche una prima ricognizione a metà aprile con Stellio il Presidente del Tribunale di Acqui e credo Sergio Zendale. Partiti da Pareto siamo arrivati a Montechiaro che quasi nevicava e ci siamo cambiati in un "gabbiotto" nei pressi del Comune.Battevamo i denti da bestia. Tempi epici....Non si può tradire tutto questo, non sarebbe giusto per cui con Davide Pedrini proverò a tenere in piedi il "nostro" calendario/gare. Mi servirà l'aiuto di qualcuno che troverò strada facendo, ma ognuno che vorrà esserci sarà il benvenuto. Grazie Paolo. Pier Marco Gallo

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