Approfitto del racconto di Pier Marco Gallo per una considerazione per alcune segnalazioni ricevute dopo la corsa di ieri alla Valmilana. Qualcuno a ridosso dell'arrivo, come scritto ieri, ha sbagliato strada, altri in alcuni tratti hanno avuto il dubbio su quale fosse la strada da prendere in qualche bivio.
Io stesso in un paio di circostanze ho dovuto rallentare per scorgere le frecce a terra per prendere la direzione corretta. Le indicazioni non mancavano e le difficoltà riscontrate le addosso alle condizioni climatiche pessime, quindi alla poca luce solare e ovviamente alla stanchezza di noi podisti. Con il senno di poi (facile scrivere a giochi fatti) visto il nubifragio, serviva qualche persona in più sul percorso, anche se nel complesso nessuno si è perso e chi ha perso qualche posizione l'ha presa con il giusto spirito con cui si vivono le nostre corse amatoriali.
La foto è solo esplicativa per rendere l'idea in quali condizioni si sia corso ieri
RUNNING IN THE RAIN di Pier Marco Gallo
Io stesso in un paio di circostanze ho dovuto rallentare per scorgere le frecce a terra per prendere la direzione corretta. Le indicazioni non mancavano e le difficoltà riscontrate le addosso alle condizioni climatiche pessime, quindi alla poca luce solare e ovviamente alla stanchezza di noi podisti. Con il senno di poi (facile scrivere a giochi fatti) visto il nubifragio, serviva qualche persona in più sul percorso, anche se nel complesso nessuno si è perso e chi ha perso qualche posizione l'ha presa con il giusto spirito con cui si vivono le nostre corse amatoriali.
La foto è solo esplicativa per rendere l'idea in quali condizioni si sia corso ieri
RUNNING IN THE RAIN di Pier Marco Gallo
Correre non sotto, ma nella
pioggia. Giro del Morto bagnato, molto bagnato. Cronaca di una mattinata
davvero speciale. Si arriva presto, verso le 8.15 con cielo nuvoloso, ma non
minaccioso. Fiducia sopra il 50% di correre senza bagnarci. Ancora pochi in
giro e pochi alle iscrizioni. Due chiacchiere ed in tanti iniziano ad arrivare.
E’ il momento di cambiarsi. Un po’ di riscaldamento? No, perché
inizia a piovere. Prima qualche goccia rada, ma poi la pioggia si fa davvero
consistente. Sono le nove ed è quasi buio. Via in macchina alla ricerca di un
qualcosa da aggiungere alla solita maglietta della società. Qualche intrepido
si riscalda, o meglio si becca una dose industriale di pioggia. Compaiono le
divise più strane ed i cappellini più colorati. Si cerca in ogni modo di
ripararci dalla pioggia ben sapendo che si finirà zuppi dalla testa ai piedi.
“Parto, non parto” questo è il dilemma. Si avvicina uno della “nostra” gli over 65…”Mi sono iscritto,
ma non parto, piove troppo”. Io penso di non partire. Riscaldamento zero e so
già che poi dopo un paio di km le gambe presenteranno il conto. “Ma si non
parto, peccato, pero!” Enrico Carminati chiama. Sono quasi le 9.30 e piove
molto. Mi metto in fondo al gruppone e penso. “Ormai sono bagnato, tanto vale
partire piano e fare la gara senza forzare troppo”. Si parte, si cerca nei
primi metri di schivare le pozzanghere, ma poi si lascia perdere. Il passo è
buono ed inizio a superare un po’ di gente. Dopo poco più di 1
km nello sterrato ci becchiamo un tuono da paura. Il
gruppone si fa piccolo, piccolo e qualcuno torna indietro. Si continua sotto
l’acqua in un alternarsi di salite discese (poche). Si arriva al “salitone”, il
terzo, credo. Ci siamo già sgranati molto.
Io continuo nella mia corsa ancora un po’ controllata, ma sempre più
fiduciosa di non risentire di problemi muscolari. Piove sempre e nello sterrato
è davvero difficile stare in piedi. I km passano veloci e poi c’è sempre la
compagnia di qualcuno che un po’ va avanti ed un po’ si fa superare. Ancora una
salita verso la fine del 9° km. “E’ l’ultima?” chiedo. “No c’è ancora quella
del Castello, breve ma tosta”. Arrivo alla salita del Castello che ho appena
superato due “della mia”…sono quarto allora!!! Bella soddisfazione e gambe a
mille. In discesa, che è il mio terreno preferito, mi lancio al massimo. Le
gambe girano bene e posso forzare come voglio. Strana e bella sensazione quando
si corre in scioltezza. Arrivo in fondo alla discesa ed attacco il rettilineo
finale. Mi “butto” letteralmente sulla strada, non voglio farmi riprendere da
quelli “della mia” e ci riesco. Chiudo in poco più di 1 ora e 3’ . Sono un poco più lento dello
scorso anno, ma allora la pioggia non c’era. Non so ancora come sono arrivato
in classifica, ma poco importa, sono davvero contento della mia gara e di aver
deciso di correre sotto la pioggia. A proposito: i “matti” erano, anzi eravamo,
172…. Ciao Pier Marco Gallo
Ero anche io molto indeciso, anzi avevo già detto che non sarei partito nonostante avessi tra le mani il pettorale. Pier Marco aveva molti dubbi....ma al richiamo di Carminati l' ho visto partire deciso a partecipare. A questo punto ho lasciato i dubbi e sono partito !!!! Ho concluso il percorso in 1 ora e 5 min. E' mio dovere ringraziare Pier Marco perchè senza di lui sarei stato a guardare partenza e arrivo !!!! Luigi Marchese
RispondiEliminaVerso il 5° km mi ha passato in tromba. Grande Gallo.Anche per le cose che scrive.Grazie!!!!!! Il giro del morto non lo dimenticherò di certo. Esperienza unica (sono un neofita anche se anziano)
RispondiEliminaHo cercato di prendere Gallo sul rettilineo finale, ma ho chiuso subito dietro, filava come un treno. Sono uno dei tanti che ha sbagliato strada all'imbocco della discesa del canneto, devo ringraziare lo sconosciuto podista che mi seguiva e che mi ha richiamato con un urlo. La mia prima corsa sotto la pioggia, entusiasmante nonostante la modesta prestazione, la ricorderò per un pezzo.
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