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Foto: Colombo/Fidal |
Campionati mondiali di Pechino 2015
I mondiali di Pechino hanno offerto uno spettacolo
sensazionale, è stata un edizione superlativa, piena di gare di elevato tono
tecnico e agonistico. Atleti come Ashton Eaton, Mo Farah, Van Niekerk, Bolt e
gare come il lungo femminile, i 400 piani maschili, le gare di mezzofondo
veloce e prolungato maschile, le staffette e soprattutto le 4x400 sono state
molto spettacolari.
Però in questo generale successo l’Italia non c’era se non
con la pista che è stata anch’essa protagonista di efficienza. La nostra
nazionale è stata inesistente. Il migliore è stato il maratoneta Ruggero
Pertile, quarto e tra le donne la giovane marciatrice Palmisano, quinta nella
venti km. Medaglie nessuna ma questo era pronosticabile. Certo nessuno avrebbe
immaginato una figura così penosa al punto da poter dire che non siamo proprio
esistiti. Chi ha visto le gare ha potuto notare che di maglie azzurre non se ne
sono viste e le qualificazioni hanno messo fuori quasi tutti i nostri. Salvo
Tamberi che ha fatto la finale dell’alto ma li ha chiuso le sue velleità
finendo niente meglio che ottavo. Qualcuno si è impegnato e almeno questo va
detto. Margherita Magnani sui 1500 ha fatto 4’09” e in un anno che l’ha vista a
lungo ferma è già stato un risultato accettabile. Le due staffette femminili
pur fallendo la finale han corso su buoni livelli. Meucci in maratona è stato
sfortunato, per un problema fisico che lo ha fermato nella fase decisiva,
togliendogli la possibilità di andare sul podio. La velocista Gloria Hooper
arrivata al personale sui 200 con 22.92. E’ l’unica atleta della spedizione
azzurra in Cina che ha migliorato il personale. Un altro dato su cui pensare.
Poi per il resto niente, solo prove negative, atleti arrivati a Pechino fuori
forma e incapaci di avvicinare i propri personali. Eliminazioni a raffica in
qualificazione, e nessuno che ci abbia messo un po’ di impegno. Il nostro
peggior mondiale, sono le parole del presidente Fidal Giomi. Ci voleva poco a
capirlo, bisognerà però far qualcosa per evitare in futuro di essere
classificati dopo piccolissime nazioni, che più di noi hanno fatto. Speriamo
almeno che questa Waterloo dell’atletica italiana, mai così in basso in una
grande manifestazione mondiale, serva a cambiare rotta. L’Italia finisce ventinovesima
nella classifica a punti (quella che tiene conto dei finalisti) con solo 4
atleti piazzati nei primi otto. Di questi tre tra specialità su strada e uno
solo nelle gare in pista e pedane (Tamberi). Nessuno avrebbe pensato a una
prestazione così modesta. Ma forse sarebbe meglio definirla anonima visto che,
a parte la pista, di italiano a Pechino non si è visto nulla.
Matteo Piombo
L'Italia ai mondiali di atletica, la statistica dall'83 al 2103 di M.P.
Concordo... se poi a tutto questo ci aggiungi il commento in diretta di Bragagna... :P
RispondiEliminaHo letto ciò che quotidianamente Matteo scriveva su fb ed è davvero tutto molto deprimente!
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