La stagione su pista entra nel vivo, in questi
giorni si svolgono i campionati italiani promesse e juniores a Rieti e di qui
in avanti avremo tutti gli appuntamenti più importanti, fino ai mondiali.
Volendo fare un bilancio della prima parte di stagione ci sono alcuni risultati
significativi.
Il primo è il giovane Filippo Tortu che ha corso i 100 metri in 10”33 e i 200 metri in 20”92. Tortu ha 17 anni e alla sua età nessuno in Italia ha mai fatto meglio. E’ un giovane talento e speriamo riesca a maturare. Corre per la Riccardi Milano, storica società che ha sempre prodotto grandi velocisti e grandi staffette 4x100. Sempre nella velocità Davide Manenti ha deciso di allungare facendo i 400m. Quindi per lui un ottimo 20”64 sui 200 e un molto promettente 46”66 sul giro di pista. Un esordio interessante e che compensa una crisi nazionale, visto che Matteo Galvan è infortunato. In questa gara siamo a livello mediamente basso, tanto che se dovessimo fare una 4x400 dubito si possa giungere a tempi inferiori a un 3’06”. In sostanza siamo una nazione da “terzo mondo sportivo” in questa specialità. Nel mezzofondo c’è un solo risultato valido, ottenuto da Giordano Benedetti sugli 800 metri al Golden Gala di Roma. Il trentino ha fatto 1’45”07 e si spera per lui in una stagione che porti soddisfazioni. Sui 1500 è notte fonda, nessuno sembra capace di tempi sotto i 3’40” che oggi sono un limite che non significa molto. Molto modesto anche il nostro fondo (5000 e 10000) dove solo La Rosa ha fatto vedere cose discrete, poi però si è dedicato alla maratona, senza peraltro brillare. Mentre sui 3000 siepi qualcosa si sta muovendo, abbiamo diversi atleti sotto 8’40” anche se nessuno quest’anno fatto meno di 8’30”. C’è però movimento e potrebbe portare a una sana rivalità che alzi la modestia di una specialità che in passato (Lambruschini, Panetta, Scartezzini, Fava, Gerbi, Carosi) ci ha dato ottimi specialisti. Ostacoli non esaltanti, sui 110 Hassane Fofana corre in 13”68. Dei 400 hs non citiamo nessuno, perché nessuno va sotto i 50”. Quindi anche qui siamo indietro. C’è però anche qui movimento, rispetto al recente passato e si può nutrire qualche speranza di rilancio. Un'altra specialità in crescita è l’alto dove Marco Fassinotti dopo 26 anni ha eguagliato il record italiano di Benevenuti, 2,33 e si può essere fiduciosi su questo giovane talento. Modesti i lanci tradizionali meno il giavellotto dove Roberto Bertolini ha lanciato a 80,97 e Norbert Bonvecchio ha fatto 79,45. Non siamo nell’eccellenza mondiale, ma dopo anni di risultati modestissimi è certo un segno di rilancio. Non avevamo mai avuto due giavellottisti da 80 metri e se pensiamo che il nostro unico exploit in questa specialità (il mondiale di Lievore) risale al 1961 possiamo dire che anche qui qualche speranza di rilancio c’è. Ora arriveranno le gare più importanti e si spera anche qualche nome nuovo, da portare ai mondiali almeno a fare esperienza. Ma penso che la migliore esperienza sarebbe gareggiare di più in gare importanti, come i meeting europei. Sul mondiale diciamo infine che nutrire molte speranze di medaglie oggi non si può, nemmeno nella storica marcia che tanti allori ci ha dato.
Il primo è il giovane Filippo Tortu che ha corso i 100 metri in 10”33 e i 200 metri in 20”92. Tortu ha 17 anni e alla sua età nessuno in Italia ha mai fatto meglio. E’ un giovane talento e speriamo riesca a maturare. Corre per la Riccardi Milano, storica società che ha sempre prodotto grandi velocisti e grandi staffette 4x100. Sempre nella velocità Davide Manenti ha deciso di allungare facendo i 400m. Quindi per lui un ottimo 20”64 sui 200 e un molto promettente 46”66 sul giro di pista. Un esordio interessante e che compensa una crisi nazionale, visto che Matteo Galvan è infortunato. In questa gara siamo a livello mediamente basso, tanto che se dovessimo fare una 4x400 dubito si possa giungere a tempi inferiori a un 3’06”. In sostanza siamo una nazione da “terzo mondo sportivo” in questa specialità. Nel mezzofondo c’è un solo risultato valido, ottenuto da Giordano Benedetti sugli 800 metri al Golden Gala di Roma. Il trentino ha fatto 1’45”07 e si spera per lui in una stagione che porti soddisfazioni. Sui 1500 è notte fonda, nessuno sembra capace di tempi sotto i 3’40” che oggi sono un limite che non significa molto. Molto modesto anche il nostro fondo (5000 e 10000) dove solo La Rosa ha fatto vedere cose discrete, poi però si è dedicato alla maratona, senza peraltro brillare. Mentre sui 3000 siepi qualcosa si sta muovendo, abbiamo diversi atleti sotto 8’40” anche se nessuno quest’anno fatto meno di 8’30”. C’è però movimento e potrebbe portare a una sana rivalità che alzi la modestia di una specialità che in passato (Lambruschini, Panetta, Scartezzini, Fava, Gerbi, Carosi) ci ha dato ottimi specialisti. Ostacoli non esaltanti, sui 110 Hassane Fofana corre in 13”68. Dei 400 hs non citiamo nessuno, perché nessuno va sotto i 50”. Quindi anche qui siamo indietro. C’è però anche qui movimento, rispetto al recente passato e si può nutrire qualche speranza di rilancio. Un'altra specialità in crescita è l’alto dove Marco Fassinotti dopo 26 anni ha eguagliato il record italiano di Benevenuti, 2,33 e si può essere fiduciosi su questo giovane talento. Modesti i lanci tradizionali meno il giavellotto dove Roberto Bertolini ha lanciato a 80,97 e Norbert Bonvecchio ha fatto 79,45. Non siamo nell’eccellenza mondiale, ma dopo anni di risultati modestissimi è certo un segno di rilancio. Non avevamo mai avuto due giavellottisti da 80 metri e se pensiamo che il nostro unico exploit in questa specialità (il mondiale di Lievore) risale al 1961 possiamo dire che anche qui qualche speranza di rilancio c’è. Ora arriveranno le gare più importanti e si spera anche qualche nome nuovo, da portare ai mondiali almeno a fare esperienza. Ma penso che la migliore esperienza sarebbe gareggiare di più in gare importanti, come i meeting europei. Sul mondiale diciamo infine che nutrire molte speranze di medaglie oggi non si può, nemmeno nella storica marcia che tanti allori ci ha dato.
Matteo Piombo
E l'analisi in rosa:
L’atletica femminile italiana è cresciuta più della
maschile nell’ultimo ventennio, forse anche perché più donne fanno sport oggi
che in passato. In questa stagione però molte nostre atlete di punta sono ferme
per infortunio, come Federica Del Buono e diverse specialiste dei 100 hs come
Borsi e Caravelli. Nella velocità si sono segnalate Irene Siragusa e Jessica
Paoletta sui 100, capaci di 11”41 e 11”43, Giulia Riva e Gloria Hooper sui 200
e Libania Grenot che oltre ai 400 ha fatto anche un buon tempo sui 200 (23”10).
Nel mezzofondo mandando Margherita Magnani e la Del Buono, le protagoniste
della passata stagione, la protagonista e un ragazza di 16 anni Marta Zenoni.
Dopo una super stagione indoor si è confermata all’aperto corredo gli 800 in 2’03”4
e i 1500 in 4’20”. In quest’ultima gara i suoi margini di progresso sono
notevoli. Nel fondo conferme per Giulia Viola (15’38” sui 5000) e ritorno si
Silvia Weissteiner (15’36”). Zero per i 3000 siepi dove solo Valeria Roffino è
andata sotto i 10 minuti e restiamo nazione da retroguardia. Modesti i
risultati sui 100 hs mentre sui 400 h solo l’italo cubana Pedroso si segnala
con un 56”20 che però non vale certo una finale mondiale a Pechino. Nell’alto
Alessia Trost appare ferma su misure non eccellenti (miglior risultato finora
1,91) quindi lontana dai 2 metri che dovrebbero essere alla sua portata. Negli
altri concorsi si possono citare solo i 14,07 di triplo di Simona La Mantia a
Marsiglia (con vento di 1,90 m/s favorevole, quindi al limite della regolarità)
e i 70 metri di martello di Silvia Salis. Quest’ultima però è un atleta che
nelle grandi manifestazioni è più ricordata per tre nulli in qualifica che per
piazzamenti in finale. Ora aspettiamo i nazionali under 23 per vedere nomi e
atlete nuove, per le competizioni principali però non possiamo sperare in molto
e ai mondiali una medaglia anche di bronzo appare oggi molto difficile da
conquistare.
Matteo Piombo
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