giovedì 17 dicembre 2020

Lo sport come riscatto. La storia di John McAvoy dal carcere al triathlon

John McAvoy sembrava avere il destino segnato e non un bel destino. Fin dall'adolescenza John sapeva che il futuro lo avrebbe portato, nel migliore dei casi in un carcere britannico e così è stato. 

Il crimine era nel DNA familiare, lo zio è stato uno degli autori della famosa rapina al Brink's- Mat, da cui è anche stato tratto un film, la madre come nuovo compagno aveva scelto Billy Tobin, un plurirapinatore condannato a 16 anni di carcere. 

Già da adolescente John ha iniziato la sua carriera da rapinatore a mano armata utilizzando un fucile a canne mozze. Fu arrestato e condannato all'ergastolo, ma questa è stata la sua fortuna e la svolta della sua vita. 

In carcere ha iniziato a frequentare la palestra, un agente della Polizia Penitenziaria ha notato quanto fosse abile con il vogatore e da lì sono iniziati gli allenamenti, ma non solo, per John è iniziata una visione diversa di quello che la vita poteva offrire oltre il crimine. Dopo solo 16 mesi di allenamento John è riuscito a battere 3 record del mondo sul vogatore. Nel 2012 è stato rilasciato dopo circa 10 anni di detenzione grazie proprio alla sua buona condotta e alla volontà di cambiare vita. 

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Lo sport ormai aveva cambiato completamente la prospettiva di vita dell'uomo, uscito di prigione il primo pensiero è stato quello di continuare la sua attività sportiva. Dapprima John si è avvicinato al canottaggio visti i buoni risultati col vogatore, ma poi è rimasto folgorato dal triathlon. 

Pur non avendo mai corso una distanza superiore ai 10 km e non avendo mai avuto una bicicletta John si è dedicato completamente all'allenamento fino a diventare un triatleta professionista, partecipando anche a degli Ironman


John ora è un atleta Nike, ma non dimentica il suo difficile percorso di vita, la sua storia è diventata uno stimolo per tanti ragazzi ai quali John tiene conferenze e seminari girando per le scuole dei quartieri più degradati. Non solo, cerca di avvicinare i più giovani allo sport, per indirizzarli verso quell'attività che a lui ha cambiato la vita e lo ha salvato. Organizza campi sportivi dove i ragazzi posso fare kayak, boxe, corsa, ma anche socializzare tra loro in un'opera di inclusione. 

Dello sport John McAvoy dice: "L'allenamento per me non è mai stato uno sport, non si è mai trattato di essere un atleta d'élite. Allenarmi in alcuni dei momenti più difficili della mia vita, in cui avrei potuto facilmente sprofondare nella depressione o nella droga mi ha salvato.  Lo sport può farti sentire benissimo con te stesso ".

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